Continua la crescita del cicloturismo in Italia, che nel 2024 ha registrato numeri record. Le presenze stimate sono arrivate a quota 89 milioni, con un incremento del 54% rispetto all’anno precedente, mentre l’impatto economico ha toccato i 9,8 miliardi di euro. Quella che un tempo era un’esperienza di nicchia si conferma oggi una forma di viaggio sempre più trasversale, capace di attrarre un pubblico ampio e variegato. È quanto emerge dal rapporto “Viaggiare con la bici 2025”, realizzato da Isnart e Unioncamere con Legambiente.
Il cicloturismo rappresenta ormai oltre il 10% del turismo complessivo in Italia e si configura come una leva strategica per il rilancio di borghi e aree interne, contribuendo a riorientare i flussi turistici verso destinazioni meno battute. Ne derivano nuove occasioni di crescita economica, opportunità occupazionali e interventi di riqualificazione di strutture dismesse, che in molte zone d’Italia stanno tornando a vivere proprio grazie a questa domanda in costante crescita.
La spinta al settore arriva soprattutto dall’iniziativa privata, ma il rapporto sottolinea l’assenza di una regia pubblica nazionale: una politica integrata potrebbe infatti moltiplicare i risultati, sia in termini di visibilità che di qualità dell’offerta. Il profilo del cicloturista è composto in gran parte da adulti tra i 30 e i 60 anni.
Chi sono i viaggiatori
Viaggiano in coppia, da soli o con amici. Le motivazioni di viaggio sono molteplici: oltre allo sport, contano il patrimonio artistico e culturale, la facilità di accesso e il desiderio di relax. La spesa media giornaliera è stabile rispetto al 2023, ma si registra un aumento significativo tra i turisti stranieri, che nel 2024 hanno speso 132 euro al giorno contro i 104 dell’anno precedente. Hotel e bed & breakfast restano le soluzioni preferite per l’alloggio.
Il livello di soddisfazione è generalmente alto: tra i servizi più apprezzati figurano la qualità dell’enogastronomia e l’ospitalità della popolazione locale. Restano da migliorare l’efficienza dei trasporti pubblici e l’integrazione tra offerta culturale e percorsi ciclabili.
L’indagine ha coinvolto dieci ciclovie in altrettante regioni, evidenziando la crescita del pubblico femminile, che supera il 60% in Toscana lungo la Ciclovia dei Castelli, e raggiunge percentuali significative anche in Liguria, Calabria ed Emilia-Romagna.
Tra i nodi critici da affrontare: la necessità di una rete più sicura e capillare, con interventi su segnaletica, punti di ristoro, noleggio bici e assistenza tecnica. C’è spazio anche per azioni promozionali coordinate, capaci di attrarre quote sempre maggiori di utenza internazionale.
Il cicloturismo, insomma, non è solo una tendenza. È una risorsa strategica per un’Italia che vuole ripensare il proprio modello di sviluppo turistico, puntando su mobilità dolce, sostenibilità e valorizzazione dei territori.