L’analisi del voto a Trapani 2

Seconda parte del commento sul voto trapanese. Il commento del Presidente di Telesud, Massimo Marino.

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Abbiamo già commentato il risultato dei primi candidati sindaci, Giacomo Tranchida e Maurizio Miceli, entrambi, per motivi differenti, “vincitori” di questa tornata elettorale. Oggi parliamo degli altri due in corsa per la poltrona di Palazzo D’Alì, Anna Garuccio e Francesco Brillante; i fari erano puntati, fisiologicamente, su quest’ultimo, vista la candidatura solitaria dell’ormai ex consigliera comunale dalla quale c’era tutto sommato poco da aspettarsi elettoralmente. Se abbia fatto bene politicamente e’ un altro paio di maniche. Con “La mia Trapani”, lei stessa, si aspettava di più, soprattutto per le preferenze nella corsa a sindaco. A mio avviso, invece, il risultato e’ stato tutto sommato accettabile visto i vari schieramenti e conoscendo l’elettore medio trapanese. Nei mesi scorsi aveva ricevuto proposte politiche da un po’ tutti; da destra a sinistra, sempre in chiave anti Tranchida. Sostanzialmente le si offriva un ruolo di primo piano in giunta in cambio d’inserire la propria lista nella coalizione con cui si confrontava di volta in volta. In politica due più due non fa sempre 4 ed e’ molto probabile che avrebbe potuto ricevere valore aggiunto da un simil progetto facendo superare lo sbarramento alla lista fermatasi al 4% lunedì. Ad ogni modo, come che sia, le ha sempre rifiutate tutte. Se abbia fatto bene, politicamente parlando, lo si vedrà nei prossimi anni. Per Brillante, invece, a risultato acquisito, si e’ aperto “il fuoco amico” dei compagni Dem; anche per il risultato oggettivamente deludente visto che tutti i commentatori politici lo accreditavano di un potenziale 20%. Invece, si e’ fermato sotto il 14. Scontri durissimi fra il segretario provinciale Domenico Venuti, ritenuto “il dante causa” della sua candidatura di rottura, e lo stesso Giacomo Tranchida. Ma quest’ala di partito democratico non e’ stata l’unica a salire sul banco degli imputati. Osservati speciali anche i 5 Stelle. Il nuovo corso di Cristina Ciminnisi era aspettato al varco dal gruppo dell’ex senatore Maurizio Santangelo; fra i due non e’ mai corso buon sangue, al netto delle dichiarazioni di rito. Il deputato regionale ha provato a spaccare in due il PD a Trapani progettando, invece, “il campo largo” con i dem su Paceco e Valderice. Una strategia che ha premiato il grillino Aldo Grammatico a Paceco ma bocciato il democratico Massimo Di Gregorio a Valderice. Sul capoluogo, tuttavia, il risultato e’ stato deludente. Un 4% che terrà il Movimento fuori da Palazzo Cavarretta nonostante l’ottimo risultato della consigliera comunale uscente, Francesca Trapani, fedelissima della Ciminnissi, con quasi 400 preferenze. E’ vero, il deputato regionale da pochi mesi ha preso in mano le redini del partito sul territorio…,c’è tanto da costruire, a maggior ragione dopo una batosta del genere. Non le manca la determinazione comunque; staremo a vedere. Ancor più deludente il risultato della lista di Cateno De Luca che si ferma poco sopra il 2%; l’ex sindaco di Messina e’ stato eletto a tamburo battente nuovo primo cittadino di Taormina, segno che in Sicilia orientale “il Masaniello siciliano” continua a tirare elettoralmente. Da quest’altra parte, evidentemente, c’è molto da rivedere. Infine, a sostegno dell’avvocato trapanese c’era anche una lista che faceva riferimento a Pietro Savona, arenata lontanissima dalla soglia di sbarramento. L’ex candidato sindaco è ormai un antitranchidiano di ferro. Dopo lo scorso anno ad Erice con la disastrosa candidatura di Maurizio Oddo, in un progetto politico che aveva come regista anche e soprattutto l’ex parlamentare grillino Santangelo di cui l’architetto grillino e’ fedelissimo, ha riprovato a dare una stoccata a Tranchida. Ma e’ stato nuovamente un buco nell’acqua. 

Massimo Marino
Presidente di Telesud