di Nicola Baldarotta
E no, non c’è pace fra gli ulivi. Il PD provinciale è diviso in due fazioni nette: da un lato l’asse Venuti-Villabuona (rispettivamente segretario provinciale e presidente dell’assemblea provinciale) e dall’altro l’asse Safina-Oddo che prova a dare un’impronta “trapanese” al partito. In mezzo, in posizione totalmente autonoma (almeno sino ad adesso) il riconfermato Sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida. Sullo sfondo (ma non è l’unico motivo del dissenso) c’è il non utilizzo del simbolo del PD alle elezioni comunali di Trapani. Tranchida, rispondendo ad una domanda postagli da una testata giornalistica regionale, ha precisato di aver vinto le elezioni senza l’apporto di padrini dentro il Pd e, puntuale, è arrivata la bacchettata dell’attuale segretario provinciale del partito, Domenico Venuti: “Tranchida dice di avere vinto a Trapani senza il Pd? Vero, ma dimentica di ricordare che nella sua coalizione, seppure sotto camuffate spoglie, c’era la Lega“. “In questa competizione elettorale per Trapani il Pd è stato mortificato – ricorda Venuti -. Non è stato possibile correre con il nostro simbolo: alcuni dirigenti hanno obbedito a questo diktat, mentre altri hanno scelto strade diverse che poi hanno portato alla candidatura di un altro dirigente Pd Francesco Brillante. Tutto questo – dice ancora Venuti – ha fatto male al partito, mentre la segreteria provinciale e quella regionale avevano provato a lavorare per creare un qualcosa che desse al Pd la possibilità di esserci fino in fondo”.

“Non è stato possibile – prosegue Venuti –, così come non è stato possibile neanche creare il gruppo consiliare negli ultimi cinque anni“. Il segretario del Pd trapanese poi conclude: “Tranchida dice di non avere ‘padrini’? Credo che qualche ‘padrino’ esista, magari qualcuno all’interno della Giunta regionale che gli ha consentito di vincere a scapito di Miceli“.

La piccata replica di Tranchida non poteva mancare. Il primo cittadino ripercorre quanto avvenuto nel 2018, ricordando a Venuti che anche allora si vinsero le elezioni con sole liste civiche, e poi affonda il colpo: «L’alleato strategico e dunque la gamba della destra a queste elezioni comunali è stato invece il PD provinciale di Venuti, sponsor della candidatura Brillante e di fatto “padrino” di Miceli. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: sonoramente bocciati! Intanto dai trapanesi, compreso l’elettorato del PD. Venuti può anche intentare un altro ricorso politico ma il giudizio degli elettori del PD trapanese l’ha bocciato ancora una volta. Tragga finalmente le conseguenze, il PD ne guadagnerà anche in termini di coerenza e credibilità. Ribadisco, da sempre sono a servizio della mia gente, notoriamente ho le mie idee politiche, ma non ho mai avuto padroni ne padrini compresa certa “casta” di dirigenti del PD».
Ovviamente non potevano mancare le dichiarazioni del deputato regionale eletto, Dario Safina, e della Presidente provinciale del partito, Valentina Villabuona.

Per Safina: “C’è, di fondo, un’ambiguità politica del gruppo dirigente provinciale che non fa altro che penalizzare il radicamento del Partito Democratico. Mi chiedo come si possa analizzare diversamente da tutto il resto del Paese quella che è evidentemente una strategia vincente del PD di Trapani che, notoriamente, ha costruito due liste a supporto del Sindaco Tranchida e vi ha fatto transitare dirigenti locali del partito che sono riusciti, unitamente ad espressioni di altri movimenti e società civile, a dare man forte e credibilità allo stesso Partito Democratico. Io stesso, nella qualità di deputato regionale del PD, ho contribuito a costruire una lista chiaramente di matrice democratica chiamando all’appello uomini e donne che si rivedono nel Partito Democratico. Con molti di loro avremo modo di ragionare su un percorso di rinnovamento del PD nella città capoluogo ed è questo lo spirito democratico che ha portato il mio partito ad ottenere quattro consiglieri comunali e a lavorare per la costruzione di un gruppo consiliare già dalle prime ore dopo l’esito del voto.”

Per Valentina Villabuona, invece, “Il Sindaco Tranchida, visto il risultato elettorale che lo ridimensiona notevolmente e che è frutto di scelte sbagliate e di modi poco istituzionali nei confronti di tutti coloro che si sono permessi di esprimere qualsiasi critica, dovrebbe certamente aprire una profonda riflessione, ma dalle prime dichiarazioni sembra che prevalga la solita arroganza. Riguardo poi all’attacco scomposto nei confronti del Segretario provinciale e più un generale del Partito Democratico, spiace che Tranchida e Safina guardino le ipotetiche bocciature altrui e mai le loro, evidentemente presi dai festeggiamenti non hanno ancora analizzato il dato elettorale che è una sonora bocciatura, considerato che Tranchida perde 28 punti rispetto alla precedente elezione, prendendo oltre 10 punti in meno delle sue liste e che solo grazie al contributo di tante e tanti candidati, utilizzati solo per il del voto di trascinamento, è riuscito ad essere eletto, seppure dalla minoranza dei trapanesi. Se qualcuno in questi anni è stato la stampella del centro destra con atti concreti è proprio il Sindaco di Trapani, che può pregiarsi di aver ricevuto la solidarietà di Salvini, che ha avallato un linguaggio sbagliato sulle donne arrivando a parlare di eccesso di aborto, non a caso la sua amministrazione promuove “Trapani donna… madre” e le culle termiche, senza mai affrontare il tema dell’eccesso di obiettori di coscienza, ma soprattutto che nonostante la sentenza del Tribunale di Trapani che gli ha imposto l’iscrizione anagrafica dei bambini di una famiglia arcobaleno, ha vinto in Corte d’Appello affidando il futuro di due bambini nelle mani del peggior Governo della storia Repubblicana. Non ultimo, mi chiedo se l’aver ospitato ed eletto nelle sue liste uomini e donne che per storia e cultura politica provengono dal centro destra non sia proprio l’emblema dell’essere la stampella del centro destra o forse il punto di riferimento di una parte di esso“.