«Anche se fosse un solo bambino, la lotta per i diritti meriterebbe di essere combattuta». La consigliera comunale di Trapani, Anna Garuccio, replica al sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, che afferma non essere vero quanto denunciato da alcuni esponenti politici di opposizione secondo i quali un centinaio di bambini disabili delle scuole elementari e medie di Trapani non andrebbero a scuola perché privi del servizio di assistenza igienico personale. Per la consigliera Garuccio non è questione di numeri.

«Tuttavia – afferma Garuccio – da giorni dico che non è vero che sono 100 i bambini che non vanno a scuola da 44 giorni. Non lo sappiamo. Sono dati che non conosciamo. Non si può parlare di numeri. Sono certa che si sia trattato di un errore di comunicazione da parte di chi ha avuto il compito di scrivere il comunicato. Sono certa che si voleva intendere altro. Tuttavia sin da subito ho mostrato la mia contrarietà a tale affermazione».

La questione, al netto delle polemiche politiche, per la consigliera Garuccio è un’altra: «In tutti questi mesi non ho mai parlato di numeri ma ho urlato un diritto negato ai bambini più fragili e ancora lo urlerò. C’è un servizio negato, questo si. Pertanto è corretto dire che alcuni non vengono seguiti e altri non sono andati a scuola in certe giornate, così hanno riferito i genitori durante il Consiglio Comunale Straordinario».

I dirigenti scolastici, interpellati dal sindaco Tranchida, sostengono che nessuno dei ragazzi disabili assegnati alle loro scuole è privo della assistenza igienico personale. Il sindaco per parte sua in ogni occasione pubblica e i ripetute dichiarazioni alla stampa ha sempre affermato che il servizio è reso dagli assistenti scolastici (bidelli, ndr), come prevede la legge, ed ha ribadito la ferma posizione della sua amministrazione forte di un parere del CGA e di due sentenze del TAR. Tuttavia lo stesso Tranchida, proprio oggi, ai microfoni della nostra emittente, s’è chiesto se vi siano responsabilità in quei casi in cui tale servizio non venisse reso, o reso male come sostengono alcune mamme. Tranchida ha annunciato la possibilità di investire la Procura di eventuali servizi non resi.

«Queste sono dinamiche – puntualizza però la consigliera Garuggio -, che già da settimane si conoscono perché sono state apertamente dichiarate dalle stesse mamme in sede pubblica di Consiglio Comunale il mese scorso. Pertanto si faccia chiarezza alla luce delle versioni contrastanti che da mesi ormai si susseguono, soprattutto alla luce della normativa che ha permesso ad alcuni comuni di garantire il servizio e a Trapani no».