Vanda Grignani si sarebbe difesa da una aggressione di Cristian Favara che ha colpito con un fendente di un grosso coltello da cucina colpendolo mortalmente al petto. È quanto la donna ha riferito, sulla dinamica del delitto avvenuto nella casa dove entrambi convivevano, nel corso di un primo interrogatorio innanzi la sostituta procuratrice Eleonora Sciorella, presente l’avvocato difensore Diego Tranchida, del foro di Marsala.
Una confessione che inquadra l’omicidio all’interno di una dinamica familiare la cui complessità giocherà un ruolo decisivo sulla formalizzazione della imputazione. Altrettanto peso potrebbero avere i post pubblicati su FB, da parte della rea confessa, prima che commettesse l’omicidio, e probabilmente un peso potrebbero avere anche pregresse relazioni di servizio di carabinieri e polizia, se ve ne fossero, cui Vanda Grignano si sarebbe rivolta ripetutamente, per rendere noto il peso di una convivenza ormai divenuta insostenibile.
Cristian Favara, in attesa di un secondo grado di giudizio per un omicidio colposo (avrebbe ceduto della droga che uccise una ragazza), aveva scelto l’abitazione in cui conviveva con Vanda Grignano per gli arresti domiciliari. La donna avrebbe riferito al magistrato che l’ha interrogata che nelle ultime settimane la convivenza era divenuta insostenibile e che questa circostanza l’aveva anche denunciata a polizia e carabinieri. L’omicidio, quindi, secondo quanto riferito dalla donna, sarebbe maturato in un clima di violenza domestica alimentato dalle intemperanze della vittima.
La lite in cui Cristian Favara è rimasto ucciso sarebbe stato il culmine di una tensione violenta tra i due conviventi in cui Vanda Grignano di sarebbe difesa. Vi sarebbero poi i due post di FB con tanto di orario e rilevati anche dagli investigatori, ormai noti perché pubblicati dagli organi di informazione, in cui la donna, pochi minuti prima dell’omicidio, ha scritto parole che prefigurerebbero quanto sarebbe avvenuto di li a poco: «Sono sola, questo essere mi ha portato all’esasperazione. La polizia e i carabinieri di Trapani sembra che vadano d’accordo con lui. Stasera farò qualcosa che non avrei mai pensato. Perdonatemi». Altri due minuti e arriva un secondo post: «Ho chiesto aiuto, questo pezzo di merda mi ha distrutto. La polizia e i carabinieri di Trapani difendono lui. Ok, va bene. Sono stanca, ho perso tutti non ho più niente da perdere. Perdonatemi».
Frasi che la donna ha spiegato al PM attribuendole alla esasperazione e che si prestano a diverse e opposte interpretazioni. Nei prossimi giorni l’arresto di Vanda Grignano in flagranza di reato e dopo la prima confessione agli investigatori dovrà essere confermato dal GIP. Attualmente la donna è detenuta presso il carcere di Pagliarelli, a Palermo.