Processo Ruina, due condanne e tre assoluzioni

La sentenza è stata emessa dal tribunale di Trapani

Due condanne e tre assoluzioni. Con questa sentenza, emessa dal tribunale di Trapani, si è concluso il processo scaturito dall’operazione antimafia Ruina. Dinnanzi al Collegio presieduto da Daniela Troya, sono comparsi i cinque imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario. Per il loro il Pm della Procura distrettuale antimafia di Palermo aveva chiesto condanne complessive a settantotto anni di carcere. Le pene inflitte, però, sono state più lievi. Giuseppe Aceste è stato condannato a tredici anni mentre Giuseppe Fanara a dodici anni e sei mesi. Assoluzione “perchè il fatto non sussiste” , invece, per Salvatore Barone, ex presidente della cantina Kaggera già direttore e presidente prima della Sau e poi dell’Atm Trapani. Per Barone, assistito dall’avvocato Massimo Zaccarini, il Pm aveva chiesto sedici anni. Nel corso del dibattimento, però, il suo legale è riuscito a smontare l’accusa secondo la quale Barone aveva messo a disposizione della famiglia mafiosa di Calatafimi, la cantina. Peraltro al momento del suo arresto Barone si era dimesso dalla carica che ricopriva.

Assolti anche Stefano Leo e Leonardo Urso.
La posizioni degli altri imputati, anche loro coinvolti nell’operazione Ruina, che hanno scelto il rito abbreviato, invece, è stata definita in Cassazione. I giudici ermellini hanno confermato la sentenza di appello pronunciata nell’ottobre 2023. Il boss di Calatafimi Nicolò Pidone è stato condannato a sedici anni e quattro mesi. Rosario Tommaso Leo, ritenuto dagli inquirenti boss di Vita, a dieci anni e dieci mesi. Si dovrà ripetere invece il processo di appello per Gaetano Placenza, altro calatafimese, riguardante l’aggravante delle armi, e per Domenico Simone, per favoreggiamento.
Dall’indagine sono usciti con assoluzioni già pronunciate in primo grado Andrea Ingraldo e Vincenzo Ruggirello, agente della polizia penitenziaria.
L’operazione “Ruina”, condotta dalla Squadra Mobile di Trapani è stata incentrata sulla famiglia mafiosa di Calatafimi.