In vista degli open day per le iscrizioni dei bambini e ragazzi ai vari cicli scolastici, per le tre domande della domenica abbiamo intervistato la dott.ssa Maria Gandolfo, Educatrice, Pedagogista, Mediatrice Familiare, Giudice esperta del Tribunale di Sorveglianza e Specialista in processi di autonomia e comunicazione per i disabili.
Cosa ne pensa del ruolo che oggi riveste la famiglia nella relazione con il sistema scolastico?
Io credo che oggi stiamo assistendo ad un processo di regressione dal punto di vista del rispetto nei confronti dell’istituzione scolastica, che non viene più considerata un’agenzia educativa che può agire liberamente sull’educazione dei minori, ma viene vissuta come un momento di passaggio obbligatorio in cui le famiglie ne “invadono”, seppur a volte inconsciamente, la progettazione. Così facendo si oscura l’importanza che la scuola riveste e che incide notevolmente sulla crescita comportamentale e nella sfera della conoscenza dell’adulto del domani, colui che sarà la classe dirigente della società già “liquida” per certi versi, che necessita di un ferreo controllo ed una stabile struttura.
In che modo un genitore deve essere incisivo nella scelta del percorso scolastico del proprio figlio?
Va fatta un disamina oculata nell’orientamento delle scelte che riguardano i minori su ogni fronte, nella fattispecie della scuola è necessario non riflettere le proprie insicurezze sui ragazzi, è fondamentale rispettare i tempi di crescita, valutando se necessario, con il supporto di un esperto, i requisiti innati eacquisiti e sulla base di ciò senza pregiudizi, non avere la fretta di farli correre da un grado di scuola ad un altro, non sempre per esempio un infante nonostante la sua età è pronto a correre, ma bisogna rispettare i tempi dell’apprendimento che spesso non coincidono con il i tempi del nostro ego.
Se dovesse dare un consiglio alle famiglie sulle modalità di approccio con i figli per la scelta della scuola da frequentare che consiglio darebbe?
Bisogna intanto ascoltare i “non detti” dei ragazzi, quei desideri che tengono dentro e che per paura di non dispiacersi con i genitori rimangono oscurati per sempre ma ne segneranno comunque ogni percorso intrapreso. Considerare le attitudini, le passioni, le propensioni, i gusti di ognuno e poi valutare l’offerta formativa di ciascun istituto, considerando anche l’organizzazione dell’apparato burocratico che rende più o meno impegnativo il percorso dei docenti che saranno poi coloro che plasmeranno la formazione dei discenti. Tracciare dunque un percorso che non deve essere unidirezionale ma porre i ragazzi di fronte al bivio per assistere ad una scelta consapevole da soggetto pensante.
di Valeria Marrone