Restituire vita a un luogo storico di Trapani. È questo l’obiettivo del nuovo comitato “San Liberale”, costituito lo scorso 10 aprile.
Il comitato nasce dall’iniziativa di un piccolo gruppo di cittadini che ha deciso di unirsi per valorizzare la chiesetta dedicata al santo e per stimolare la popolazione trapanese a frequentarla con maggiore assiduità e passione, riscoprendola come parte integrante della cultura e della tradizione della città.
Il culto di San Liberale affonda le sue radici in almeno cinquecento anni di storia, ai tempi dei santi e dei pescatori di corallo che andavano a caccia dell’“oro rosso” lungo le coste del Nord Africa, riportando a Trapani quei preziosi rametti lavorati con maestria dagli artigiani locali e richiesti da sovrani, papi, cardinali, vescovi e nobili di tutta Europa.
Trapani, all’epoca, era una città ricca e importante, la cui economia ruotava in gran parte attorno alle barche coralline.
Queste imbarcazioni sostavano nel versante settentrionale della città, lungo le Mura di Tramontana.
Furono proprio i pescatori del corallo a far costruire la chiesa di San Liberale, dopo una pesca particolarmente abbondante nei pressi di Cartagine, nelle acque dove – secondo la tradizione – avvenne l’uccisione Liberale, abate del monastero di Galsa, che non negò mai la sua fede cristiana.
La chiesetta di San Liberale è dunque un luogo che riavvolge la clessidra del tempo, restituendoci pagine di storia antichissime: quelle dei santi, dei corallini e dei corallari, dei trapanesi che solcavano il mare alla ricerca dell’oro rosso.