Il libro della domenica

Per la seconda domenica di seguito, nella mia rubrica sui migliori libri mai letti legati alla Sicilia, voglio proporvi la storia di Felicia Bartolotta-Impastato.

Nel libro “Io, Felicia: Conversazioni con la madre di Peppino Impastato” di Mari Albanese e Angelo Sicilia, già dalla prefazione si entra in un mondo fatto di sofferenza e permeato d’amore. In questo caso, la prefazione viene affidata alle parole d’affetto con le quali Luisa Impastato traccia il proprio ricordo della nonna Felicia.

Il testo si sviluppa poi come una lunga conversazione-intervista tra l’attivista Mari Albanese, di cui troviamo una breve biografia all’inizio del libro, e Angelo Sicilia, rivolta a Felicia Impastato.

Attraverso questa lunga intervista emerge tutto il dolore che Felicia ha provato dopo la morte del figlio, un dolore così intenso che, come racconta lei stessa, l’ha portata a procurarsi due ematomi al cervello, a causa dei quali è poi finita in ospedale. Il libro porta a scoprire l’infanzia di Felicia, l’amore smisurato per i figli, l’incontro con i giudici Borsellino e Caponetto e il matrimonio tormentato con il marito Luigi Impastato.

Insomma, nelle parole di Felicia, che appoggiò e sostenne suo figlio nel suo opporsi alla mafia, trovano posto la voglia di giustizia di una donna indomita e insieme la tenerezza di una madre che ricorda aneddoti dell’infanzia di Peppino, della sua giovinezza dedita alla militanza politica, della sua tragica fine. Felicia racconta la sua paura, i suoi timori, il suo dolore, ma con lo sguardo al futuro e alle nuove generazioni: le sue parole diventano prassi, agire quotidiano, dialogo incessante, ma soprattutto un messaggio attualissimo di speranza per il futuro.

SG.