Ex mattatoio, le attese erano più alte

La destinazione d’uso individuata dalla giunta Tranchida lascia perplessi i fautori della riqualificazione urbana.

di Fabio Pace

La notizia è nota, ne abbiamo parlato nei giorni scorsi nei nostri TG. La Giunta Tranchida intende recuperare l’ex mattatoio comunale presentando un progetto per accedere ai finanziamenti del PON Legalità 2014-2020. Obiettivo del progetto il recupero, e l’adeguamento di due blocchi del vasto complesso da destinare a un centro indirizzato alla integrazione e inclusione sociale degli immigrati attraverso la realizzazione di laboratori artigianali, spazi formativi e aree di incontro. Fine nobile: l’inclusione sociale e lavorativo degli immigrati. Il Comune di Trapani potrà accedere ad un finanziamento che può raggiungere il tetto massimo di 2milioni e 400mila euro. Però il metodo è discutibile e molte voci si sono levate contrarie.
Il consigliere Peppe Lipari sottolinea che una città «che ambisce ad essere una meta turistica degna di questo nome» deve indirizzare l’ex Mattataio al servizio dell’industria del Turismo Trapanese. «Senza un Piano Regolatore Aggiornato – dice Lipari , questo modo miope di procedere “piazzando” finanziamenti occasionali qua e là in giro per la città, senza un minimo di visione proiettata nel futuro, rischia di trasformare Trapani in una schizofrenia urbanistica». Un’altra critica indirizzata al sindaco, e alla sua scelta, è che, nell’ambito delle politiche di riqualificazione urbana, nel programma elettorale fu indicata come destinazione di riuso del Mattatoio quella del “community hub” «da realizzare – si legge testualmente – insieme alle scuole e alle associazioni giovanili, che possa ospitare spazi di coworking, laboratori e fab-lab, spazi espositivi, foresteria. Un luogo condiviso e da condividere, per i nostri ragazzi e bambini, per i giovani studenti, per i giovani imprenditori, per tutti coloro che vorranno animarlo e viverlo». Inoltre il centro di inclusione sociale per immigrati viene proposto e calato nel quartiere senza alcuna preventiva consultazione con gli abitanti del rione Cappuccinelli, senza un progetto di tessitura e ricucitura sociale dello stesso quartiere con l’urbanistica circostante, mattatoio compreso. Le aspettative del quartiere erano altre e più alte. Insomma il progetto si fa perché ci sono i soldi del PON sicurezza. Alla vecchia maniera, nulla di nuovo sotto il sole. Se ci fossero stati finanziamenti per la selezione di cavalli da corsa il mattatoio sarebbe divenuto un ippodromo, ci fossero stati finanziamenti per la meccanica e i motori a scoppio il mattatoio sarebbe divenuto un autodromo. Non si avverte, insomma, il cambiamento di passo nella programmazione della città, annunciato da Tranchida.