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Manifestazione contro il green pass a Marsala

Si è svolta sabato pomeriggio a piazza Loggia.

Contro la dittatura sanitaria ed il green pass, libera scelta di vaccinazione e sostegno alle cure domiciliari. Sono i quattro punti programmatrici presentati dal medico trapanese Francesco Cosentino in apertura della manifestazione che si è svolta  sabato pomeriggio, in piazza Loggia, a Marsala. Un raduno pacifico, a cui hanno preso parte medici, professionisti e comuni cittadini, per rivendicare il “diritto alla libertà di vaccinarsi di ciascun individuo” contro scelte imposte dall’alto. Una mobilitazione che oltre Marsala ha toccato altre città italiane con iniziative di piazza analoghe e centinaia di manifestanti che hanno espresso il loro dissenso al recente decreto del Governo Draghi che, nel tentativo di arginare i contagi da Sars Cov-2, ha introdotto la certificazione verde per accedere, dal  6 agosto, a ristoranti al chiuso e a numerose strutture e luoghi pubblici e privati di vario tipo ecc…

Nel suo intervento, il dottor Cosentino, specialista in ossigeno ozono terapia, ha parlato dell’importanza delle  cure domiciliari anti Covid-19 e della grande autoemoinfusione (GAE), una miscela di ossigeno ozono nel trattamento anti Covid-19.  

I manifestanti, che hanno preso la parola a turno, si sono soffermati sul vaccino prodotto contro il Covid19 ritenendolo “una cura genica in via di sperimentazione”, di cui si conoscono gli effetti immediati ma non gli effetti a medio e a lungo termine, sostenendo anche che “il virus che provoca la malattia Covid-19 non è stato mai isolato, perché se così fosse stato, lo avrebbero neutralizzato e avrebbero fatto il vaccino con il virus vivo attenuato, a costi largamente inferiori; come è avvenuto, ad esempio, con il vaccino contro il vaiolo che è servito per debellare la malattia”.

Nel corso della manifestazione si è fatto riferimento anche alla terapia del plasma iperimmune ( che consiste nel prelievo di sangue da persone guarite, che hanno dunque sviluppato anticorpi,  e la somministrazione a pazienti affetti dal virus ) ricordando il padre fondatore di questo metodo sperimentale, il dottor  Giuseppe De Donno, morto suicida pochi giorni fa. 

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