L’origine della Frutta Martorana

La Commemorazione dei defunti, si sa, è una delle giornate più attese e amate dai siciliani.

L’origine di questa giornata è molto antica: risalirebbe infatti a un rito bizantino dedicato ai morti, che si teneva però in un periodo compreso tra gennaio e febbraio.

Risale invece al 998 la nascita della celebrazione dei morti così come la conosciamo oggi: quell’anno, un abate benedettino di un’abbazia francese fece suonare le campane funebri dopo i vespri del primo novembre e offrì l’eucarestia del giorno successivo in memoria di tutti i defunti. Fu però a partire dal XIV secolo che la “Giornata dei morti” iniziò ad essere omaggiata in tutta la Chiesa Cattolica.

Un omaggio che si è poi arricchito anche di dolci tipici con cui riempire le proprie tavole come, ad esempio, in Sicilia, la frutta martorana.

Il suo nome deriva dalla Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (o della Martorana) che fu eretta nel 1143 da Giorgio d’Antiochia, ammiraglio del re Normanno Ruggero II.

Vicino la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio si trovava un monastero benedettino che era stato fondato da una nobildonna, Eloisa Martorana (da cui prese il nome) e il monastero di Santa Caterina, dove le suore originariamente preparavano e vendevano la frutta martorana fino alla metà del Novecento.

Secondo un’antica tradizione, la frutta martorana nacque dalle monache del monastero della martorana. Per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino, infatti, ne crearono altri con farina di mandorle e zucchero. Il loro obiettivo, però, era quello di abbellie il monastero per la visita del Papa.

Un’antica tradizione, insomma, che riuscì a conquistare tutti. Come quel dolce che, nonostante la società sia molto cambiata, è ancora nelle tavole e delizia tutti con i suoi sapori.