I sindaci siciliani hanno deciso di inviare un documento al Governo nazionale, ai presidenti della Commissione Finanze e della Commissione Bilancio al Senato e ai 9 prefetti dell’Isola, in cui si fa il punto sul grave stato di crisi strutturale degli enti locali della Regione siciliana indicando gli strumenti normativi necessari per affrontare le criticità.

L’ANCI Sicilia  prende atto che il Governo Draghi ha già deciso di inviare 150 milioni di euro ai comuni dell’Isola riconoscendo la crisi strutturale dei comuni isolani, ma ribadisce l’insufficienza della misura sottolineando come occorra un intervento normativo destinato ad una platea più ampia di enti che non sia limitato al solo 2021 e incida sulle criticità della riscossione dei tributi locali e sugli accantonamenti del Fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE). Quest’ultimo è costituito dai soldi che ogni anno i comuni hanno l’obbligo di sottrarre ai loro bilanci per compensare crediti che difficilmente verranno mai riscossi.

In sostanza i sindaci chiedono che l’intervento dello Stato, al di là della esiguità della somma di 150 milioni, possa entrare strutturalmente nei bilanci triennali e dunque a valere anche per il 2022 e il 2023. È indispensabile quindi prevedere una ulteriore norma in sede di esame del “Disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato” al fine di destinare le necessarie risorse finanziarie anche per il 2022 e per il 2023. 

Nel testo, infine, viene ribadita la richiesta di un confronto permanente attraverso la costituzione di un tavolo tra Stato, Regione siciliana ed enti locali dell’Isola.