In Sicilia, e nel meridione in generale, non esistono centri di riferimento per la cura residenziale del disturbo alimentare. I familiare, così, sono spesso costretti a prendere periodi di congedo dal posto di lavoro o, in casi estremi, optare per la cessazione della propria attività lavorativa a fini assistenziali, oltre ad essere costretti a ricoveri fuori regione con spese a volte insostenibili, in quanto le condizioni di salute fisica e mentale del paziente, trattandosi spesso di minori, precludono le normali attività quotidiane o, addirittura, l’autosufficienza.
È da questa considerazione che nasce la mozione presentata da Giulia Passalacqua durante il Consiglio Comunale che si è tenuto giovedì pomeriggio. Approvata all’unanimità, è un’iniziativa che nasce in provincia dall’associazione “Spazio Donna”.
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