Tea Bruno nasce a Palermo nel 1996. Durante gli studi in graphic design presso l’ISIA di Urbino, scopre un corso di teatro e si appassiona perdutamente al mondo della recitazione. In particolare, è un esercizio di improvvisazione che le fa vivere un’esperienza di esilarante libertà creativa priva di giudizi, e le fa venire il desiderio di creare un mezzo per restituire la sua stessa esperienza anche agli altri.
Coniuga così teatro e design e inventa “Sipario” un gioco da tavolo d’improvvisazione teatrale che costituirà la sua tesi di laurea. Da quel momento decide di fare l’attrice: inizia a studiare recitazione a Roma e successivamente prende parte ai suoi primi progetti cinematografici e televisivi a fianco di importanti registi ed attori.
Il suo motto: basta che funzioni! Che peraltro, era il nome del gioco prima che decidesse di cambiarlo
- Cos’è Sipario?
Sipario è un gioco da tavolo d’improvvisazione teatrale. Si definisce nello specifico un party game perché è quel tipico gioco da fare con un gruppo di amici allargato e chiassoso, si gioca dai 4 giocatori in su. In ogni turno, sarai chiamato a pescare carte dal mazzo Copione. Queste carte ti sveleranno il personaggio che dovrai interpretare e le regole da seguire durante la tua performance. Ma non sarai da solo: un compagno di gioco ti affiancherà, dando vita a esilaranti duetti improvvisati.
E la ciliegina sulla torta? La trama della tua scena verrà suggerita dagli altri giocatori. L’obiettivo? Far indovinare loro il contenuto delle tue carte Copione, rimanendo fedeli al tema proposto e rispettando i vincoli di gioco.
- Come ti è venuta l’idea di creare un gioco da tavolo?
Ho inventato Sipario come progetto di tesi in graphic design presso l’ISIA di Urbino.
Durante l’ultimo anno ho scoperto l’esistenza di un corso di teatro ai collegi universitari, poco fuori la città. Una volta a settimana attraversavo le colline innevate di Urbino per arrivare laggiù, con una voglia di recitare pazzesca ed il cuore in gola.
Mi sono appassionata totalmente al teatro e in particolare è stato esercizio di improvvisazione che mi ha permesso di vivere un’esperienza di esilarante libertà creativa priva di giudizi. Una vera epifania.
È sorto in me il desiderio di restituire la mia esperienza anche agli altri.
Dovendo iniziare a lavorare alla mia tesi di laurea, ho pensato che avrei potuto utilizzare proprio lo strumento della grafica a tal fine. L’unico modo per creare un’esperienza d’improvvisazione teatrale a partire da un oggetto grafico, illustrato, da confezionare?
Un gioco da tavolo! Pensai.
Detto fatto? Non proprio.
- Che difficoltà hai incontrato nel progettare un gioco da tavolo?
Ho lavorato per sei mesi pieni ininterrottamente – di cui gli ultimi due non ho proprio dormito – partendo dallo studio di game design, leggendo mallopponi interminabili inglese e studiando testi d’improvvisazione, drammaturgia, didattica per il teatro.
Poi ho iniziato ad immaginare dei round di gioco, ragionando in solitaria nella mia stanza e immaginandomi le mosse dei miei sfidanti, impersonificati in quel momento da dei peluche a forma di cane. Probabilmente i miei, entrando in camera per avvisare che era pronta la cena, avranno pensato che stavo regredendo.
Una volta creata una struttura di base ho provato tantissime meccaniche di gioco e variabili usando i miei amici come cavie. Non appena ho trovato un sistema funzionante, ho iniziato a testare il gioco con gruppi diversi per età e interessi, limando il regolamento. Quasi come se fosse un procedimento ergonomico, ho cucito il gioco sull’esperienza vissuta dai giocatori.
Che cosa hai appreso creando un gioco?
Che più dai spazio alla libera creatività e scelta dei giocatori, più il gioco acquista significato, più è interattivo, più è divertente.
Che un gioco da tavolo e più in generale il gioco è un incantesimo a cui volontariamente si sottopone un gruppo di amici.
Che creare un gioco significa essere la regista indiretta di mille esilaranti situazioni che non vedrò mai… ma è una gioia immensa.
Come si gioca?
Un turno di gioco funziona così: il giocatore che andrà in scena pesca le carte Copione, che indicano i personaggi da interpretare e alcuni vincoli da rispettare, come un’emozione, un impedimento, un finale. Potresti ad esempio trovarti a interpretare un alieno ansioso che è in compagnia di uno psicologo, e magari potresti aver pescato come carta finale “innamoramento”. Con l’aiuto di un altro giocatore, improvviserai la scena, che avrà luogo in una delle ambientazioni proposte anonimamente dagli altri giocatori, come ad esempio “in un ospedale psichiatrico” o “sulle pendici di un burrone”.
Alla fine dell’improvvisazione, i giocatori in scena avranno totalizzato dei punti, se gli altri giocatori avranno indovinato il contenuto delle carte Copione pescate, purché alcuni vincoli imposti siano stati rispettati.
Il risultato è sempre nuovo, folle, improbabile… esilarante.
Come sei riuscita a pubblicarlo?
Ho inviato delle mail a diverse case editrici, e l’unica a rispondere è stata Giochi Uniti. Era l’estate del 2020 e c’era il Covid-19, anche se durante l’estate le limitazioni erano allentate molto.
Mi hanno detto che l’idea di per sé era interessante e che avrei potuto mandare il mio prototipo a Napoli, dove aveva sede la casa editrice… o che in alternativa, se stavo da quelle parti, sarei potuta andare fisicamente a giocarlo con loro.
Abitavo a Palermo, ma non c’ho pensato due volte e con una Panda io e le mie amiche siamo partite alla volta di Napoli, perché sapevo che solo provando il gioco in nostra compagnia avrebbero capito appieno le sue potenzialità.
Dopo qualche turno di gioco, mi è stato subito detto che sarebbe stato messo a catalogo.
Sono felicissima di dire che Sipario, lanciato in occasione del Lucca Comics 2023, ha fatto sold out già dalla mattina del terzo giorno di fiera. Tutte le persone che lo provavano si divertivano un mondo!
- E adesso?
Adesso sono un’attrice! Ho iniziato a studiare recitazione dopo la laurea in grafica, entrando a Roma presso l’accademia di arte drammatica Officina Pasolini e prendendo parte a diverse classi con importanti actor coach, come Ivana Chubbuck a Londra.
Ho lavorato in una serie tv Rai e in un film a fianco di Elio Germano.
È tuttavia da poco che mi sono inserita in questo ambiente e devo continuare farmi conoscere e a prendere parte a casting e provini ed avere la giusta dose di fortuna. Io ci metterò sempre tutta la mia passione e tutta la mia sincerità.