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venerdì, Aprile 19, 2024
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Prime domeniche del mese gratis al Museo, boom di visite al Pepoli

di Mario Torrente

Da oggi, e per tutte le prime domeniche del mese, in Sicilia si può entrare gratis nei Parchi archeologici, musei e nei luoghi culturali che dipendono dall’assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana. E stamattina, approfittando dell’ingresso libero, tanti trapanesi si sono recati al Museo Pepoli, dove le visite sono state oltre 200. Un numero decisamente più alto rispetto al numero quotidiano dei paganti. Ma oltre la possibilità dell’accesso libero, c’è anche una crescente attenzione e voglia di conoscere il patrimonio storico, archeologico e artistico custodito nell’ex convento dei padri Carmelitani, attiguo alla basilica dell’Annunziata, dove il Conte Agostino Pepoli volle destinare a Museo, diventato uno dei fiori all’occhiello della città ed una delle punte di diamanti dell’offerta culturale trapanese.

Tra l’altro oggi al Museo Pepoli è stato possibile vedere, oltre che le tante esposizioni allestite nelle varie gallerie, anche la mostra “Nunzio Nasi – l’uomo, il politico, il collezionista”, illustre politico trapanese vissuto a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento. L’iniziativa, dedicata all’eclettico uomo di cultura trapanese che elesse ”Scoglio”, il celeberrimo Villino di gusto liberty che fece edificare nell’estremo lembo della sua città come sua dimora, è organizzata dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con il contributo del Libero Consorzio Comunale di Trapani e la partecipazione dell’Associazione Amici del Museo Pepoli, del Rotary Club Trapani-Erice e della Fidapa BPW, sezione di Trapani.

Il percorso espositivo ricostruisce, attraverso una ricca testimonianza di materiali documentari, fotografici e storici, oltre che di una selezione di preziosi arredi, suppellettili e immagini storiche provenienti dalla sua abitazione, gli ambienti e tappe della vicenda politica e umana di Nunzio Nasi, il suo rapporto con Trapani e il territorio, i suoi interessi culturali.

Il Museo Pepoli custodisce molti dipinti, con ampia rappresentazione della cultura artistica in Sicilia occidentale tra XIII e XIX secolo, sculture, tra cui quelle di scuola gaginesca, i presepi dell’artigianato trapanese, caratterizzati dalla manifattura in legno, tela e colla. In esposizione ci sono anche i gioielli appartenenti al tesoro della Madonna di Trapani, argenti della tradizione trapanese e soprattutto alcune pregevolissime opere in corallo. Ed ancora i paramenti sacri, acquisiti con le leggi eversive del 1867 al patrimonio dello Stato, nonché abiti d’epoca appartenuti alla nobiltà trapanese, diverse maioliche, fra cui risaltano le pavimentazioni raffiguranti la pesca del tonno ed i cimeli del Risorgimento, a partire dalla grande bandiera del Lombardo, una delle navi della spedizione dei Mille di Garibaldi. Nella sala attigua c’è invece la ghigliottina che veniva usata a Trapani per i condannati a morte.

Di grande interesse anche la sezione archeologica, inaugurata a suo tempo dal compianto Sebastiano Tusa, dove si può ammirare anche uno dei rostri, proveniente da una nave Romana, della battaglia delle Egadi del 241 a.C. recuperato nei fondali del mare davanti Capo Grosso. Ma ci sono anche tante anfore greche e romane, mentre una parte dell’allestimento  è riservata alla cultura orientale fenicia e punica, rappresentata dai reperti provenienti prevalentemente da Mozia, Birgi e Lilibeo. 

Il patrimonio archeologico del Museo Pepoli è costituito da un ricco complesso di manufatti diversi per epoca, produzione e funzione, provenienti da vecchie collezioni private, donazioni e acquisti. I reperti, scoperti nella quasi totalità in vari siti archeologici della Sicilia occidentale, sono relativi a tutte le culture che si sono avvicendate o che sono state compresenti in questo territorio, dalla preistoria all’età bizantina. Nel chiostro dell’ex convento sono anche custoditi ciò che resta delle porte della cinta muraria di Trapani, oltre che varie lapidi e parti di antichi edifici e monumenti non più esistenti.

In esposizione ci sono molti reperti archeologici che provengono dalle collezioni Hernandez e Pepoli con oggetti recuperati ad Erice, molti dei quali provengono dal santuario dedicato in origine ad una divinità elima, in epoca fenicia identificata con Astarte e con la dea Venere con l’arrivo dei Romani. Tra i materiali provenienti dal santuario si possono ammirare gli amuleti e gli scarabei, molto diffusi nel mondo fenicio-punico, reperti che si collocano in un arco di tempo che va dal VI al IV – III secolo a. C. All’inizio del percorso ci sono i reperti preistorici, tra cui i lingotti di metallo, prevalentemente di rame, trovati duranti i lavori di dragaggio del porto di Trapani fatti ad inizio del XX secolo, riconducibili tra la fine dell’Età del Bronzo e l’Età del Ferro, tra il decimo ed il settimo secolo avanti Cristo.

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