Messina, in migliaia in piazza per Sara

Messina si ferma.

Il silenzio delle fiaccole accese si mescola ai passi pesanti di chi cammina con il cuore spezzato.

Sara Campanella non c’è più.

Aveva 22 anni.

Il suo nome ora risuona nelle voci di migliaia di persone scese in strada per ricordarla, per chiedere giustizia, per dire basta.

C’è rabbia. C’è dolore. Ma soprattutto c’è il bisogno di non rendere vana la sua morte.

Il corteo, partito dall’Università di Messina, si snoda per le vie della città.

Arriverà a piazza Municipio.

Studenti, amici, familiari. Autorità civili. Nessuno vuole mancare. Nessuno vuole far finta che questo sia solo un altro fatto di cronaca.

Perché non lo è.

È un femminicidio. L’ennesimo.

Sara è stata uccisa da chi diceva di amarla, nelle sue fantasie più malate.

Un omicidio che pesa come un macigno sulle coscienze di tutti.

L’ennesimo, l’ultima goccia di un fiume di sangue che non smette di scorrere.

A Messina, così come a Roma, dove la stessa tragedia ha colpito Ilaria Sula.

Due nomi diversi, la stessa storia, lo stesso dolore.Le voci si alternano.

Lettere cariche di commozione vengono lette davanti alla folla.

C’è chi piange, chi stringe i pugni, chi applaude per dare forza a una madre che ha perso tutto.

Gli sguardi si incrociano, pieni di lacrime e determinazione.

Messina abbraccia Sara.

Lo fa con la presenza, con il silenzio che parla più di mille parole. Lo fa per non dimenticare. E lo fa perché nessun’altra donna debba mai più subire lo stesso destino.

Hermes Carbone