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venerdì, Aprile 19, 2024
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Pablito: il ricordo dell’avvocato Longo

“Uomo di curva”, da sempre vicino ai colori granata, anche lui ha voluto ricordarne la scomparsa.

Non si placa l’onda d’emozione che ha travolto la città e “tante curve” d’Italia dopo la scomparsa, lunedì, di Paolo D’Angelo. Così, anche l’avvocato Salvatore Longo, “uomo di curva” e da sempre vicino ai colori granata anche con ruoli societari sotto il Comandante Morace, ha voluto ricordarlo. Il legale rilancia un’idea suggestiva: intitolare “il suo” amatissimo settore dello stadio, “Curva Nord Paolo D’Angelo” Ecco la lettera del legale in ricordo di Pablito “il mito”;


A molti potrà essere sembrata una coincidenza, ma Paolo D’Angelo non è morto solo perché il suo cuore ha ceduto, Pablito ci ha lasciato dopo che è morto il suo – il nostro – Trapani. Ho conosciuto Paolo quando avevo 12 anni e mi ero trasferito da poco in Città, lo andavo a trovare in bicicletta nella sua abitazione di via Gatti, di fronte alla Chiesa di San Francesco di Paola e da lì andavamo a preparare, insieme ad altri ragazzi, le coreografie per la partita della domenica in un garage nei pressi del club Raimondo Massa.
Il Trapani era reduce dalla promozione in serie C2, era l’anno del brasiliano Pita, ed il big mach del provinciale era il derby con il Palermo di mister Pino Caramanno. 


La vita di Paolo era il Trapani, la sua famiglia i ragazzi della curva nord, l’amore per la maglia sette giorni su sette. Tante generazioni diverse che si sono succedute in balaustra hanno sempre visto in lui una sorta di grande padre putativo ed il dolore di tutti è stato palpabile in tutti. La curva era la sua casa, la curva, un settore dello stadio che agli inizi degli anni ottanta, è stato animato, direi quasi fondato da lui che diede vita insieme ad altri amici – il ricordo non può che andare al compianto Vito Fugallo – ai primi clubs di tifosi organizzati, i Panzer e le Brigate Granata. Chi non ha mai frequentato quell’ambiente, chi non ha mai provato quelle emozioni, quel senso di condivisione ed appartenenza, quell’amore viscerale per la maglia granata, non potrà capire la grandezza, non solo fisica, di un uomo come Paolo D’Angelo. Ha rappresentato con orgoglio la Città ovunque e va annoverato, a giusto titolo, tra gli ambasciatori più positivi che Trapani in giro per il paese.
Lo conoscevano e lo stimavano in tutta Italia, dalla gradinata nord di Genova dove era voluto davvero tanto bene nonostante non abitasse più in Liguria da svariati anni, alla Catania Ultras, a Torre del Greco, Venezia, Salerno, Perugia, in sintesi ovunque! Una volta un tassista a Napoli mi disse di averlo conosciuto e di averlo accompagnato al matrimonio di Eziolino Capuano, all’epoca allenatore della squadra granata.
Personalmente ritengo che il modo migliore per onorarne la memoria sarebbe quello di dedicargli la curva nord, che dovrebbe assumere la denominazione di “CURVA NORD PAOLO D’ANGELO”. Lo merita certamente anche per quello che ha dato alla causa granata (quanta gente si è innamorata del Trapani grazie a lui!). Mi auguro che la nuova proprietà, qualsiasi essa dovesse essere, lo faccia immediatamente di concerto con l’ente proprietario dello stadio. 

Anche nell’ultimo anno lo incontravo spesso, mi veniva a trovare in studio ogni mese, ma oggi resta il rammarico di incontri troppo brevi tra un appuntamento di lavoro ed un altro. Avevamo festeggiato il suo ultimo compleanno, lo avevo sentito anche durante il suo ricovero in ospedale. Mi ha chiamato, persino, il giorno in cui ci ha lasciato come a volermi fare un ultimo saluto, prima che la Madonna lo avvolgesse sotto il suo manto proprio nell’ultimo giorno del mese a lei dedicato. Il suo cuore era certamente malandato, il suo recente ricovero aveva fatto capire che il suo futuro era assai incerto, ma aveva davvero un cuore grande, non era capace di serbare malanimo per nessuno anche per chi gli aveva riservato qualche brutta azione. Paolo era una persona buona, di una bontà tanto semplice quanto disarmante. Quando mi incontrava per strada amava gridarmi “salvatore alè alè io ti voglio sempre ben!”, ricordo la sua incontenibile gioia quando con mia moglie gli partecipammo la nascita di nostro figlio, come se festeggiasse l’arrivo di un suo vero nipote! Il Trapani che verrà, perché il Trapani calcio tonerà certamente in campo, sarà più povero perché non vedrà Pablito tra i suoi sostenitori. Sono certo che la Trapani sportiva, e non solo, non dimenticherà mai Pablito, la sua storia verrà tramandata negli anni di padre in figlio, da una generazione all’altra. Ciao Paolo meo ti voglio bene, sei e resterai sempre il nostro mito!


Salvatore Longo

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