Le sue dimissioni arrivano nel pieno della lacerazione che sembra stia interessando il PD dalle elezioni regionali ad oggi, soprattutto a seguito della vicenda legata al non utilizzo del simbolo alle elezioni amministrative di Trapani. Lei è Francesca Marano, storica militante dell’area più a sinistra del Partito Democratico, ed apre un altro fronte di crisi dentro il partito.
Faceva parte della segreteria provinciale PD di Trapani, in quanto area Cuperlo/Promessa Democratica ma oggi ha inviato le dimissioni al Segretario provinciale, per varie ragioni, compreso lo storytelling che sta venendo fuori per le Amministrative di Trapani e non solo.
Ecco la lettera di dimissioni, nella sua interezza:
“Assisto ormai allibita alla dialettica tutta interna al mio partito, che con tutte le mie forze ho tentato di sostenere e difendere. Ho accettato di buon grado l’invito a far parte della segreteria provinciale del Pd nel gennaio scorso, ma i fatti di questi giorni e soprattutto l’ambiguità politica ed ideologica che ho constatato prima, durante e ancora dopo la campagna elettorale per le Amministrative a Trapani e non solo, mi hanno portato ad una profonda riflessione. Ho sempre creduto e continuerò a farlo, nella PROMESSA DEMOCRATICA che il Pd rappresenta o dovrebbe rappresentare, ma non posso non rilevare mio malgrado che la coerenza politica non è più di casa in questa segreteria provinciale. Chi dirige un partito non può e non deve farsi guidare da personalismi o sentimenti di rivalsa, che nulla c’entrano con lo spirito di servizio proprio dell’azione politica. E’ dall’ascolto dei cittadini e dei territori che le decisioni dovrebbero “autenticamente” scaturire e non dalle posizioni di forza che si cerca di imporre, in modo talvolta sprovveduto. Seguendo il filo delle mie riflessioni e per altre ragioni, che spiegherò personalmente nelle sedi competenti, ho deciso di dimettermi dalla segreteria provinciale del PD. Rimango a disposizione del mio partito nella speranza che si ricominci a fare politica dal basso, con e per la gente, e non più rimanendo ancorati alle proprie posizioni di illusorio potere“.