Le tre domande della domenica all’architetto Giovanni Vultaggio

L’intervista all’architetto Giovanni Vultaggio, profondo conoscitore della storia della Colombaia e autore di un libro che parla dell’antico castello di mare dal titolo “Il Castello della Colombaia di Trapani. Storia, evoluzione e confronti di un libro di pietra”. E proprio sul futuro dell’importante monumento, sicuramente uno dei simboli della città di Trapani, è dedicata la rubrica della redazione di Telesud “Le tre domande della domenica”. Vultaggio ha parlato del progetto di restauro della Colombaia, della sua ultra millenaria storia e del grande potenziale archeologico, della fortezza, delle aree attorno al castello, ma anche dello specchio di mare che separa l’isolotto della Torre peliade dal Lazzaretto. Un approfondimento insomma su un monumento che, da porto di Trapani, si proietta in una dimensione mediterranea.

Architetto Vultaggio, in questi mesi ha tenuto alta l’attenzione sui lavori di restauro alla Colombaia. È notizia dei giorni scorsi il sopralluogo dell’assessore Scarpinato nell’antico castello di mare. Come commenta le sue dichiarazioni? E come vede, a questo punto, il futuro di questo importante monumento siciliano?

Commento più che positivamente le dichiarazioni dell’Assessore Scarpinato, perché fino al maggio scorso la Soprintendenza ribadiva in commissione PNRR, l’esigenza di realizzare strutture commerciali come foresterie, bar, ristoranti e servizi… senza che fossero state previste le preliminari indagini conoscitive, mancassero persino i temi per la realizzazione di quelle strutture museali, didattiche e di ricerca, chiaramente espresse nella scheda del PNRR e si fosse già in forte ritardo sull’avvio dei lavori.

Oggi l’Assessore ha rimesso “il treno sulle rotaie” e ha ribadito la volontà di voler realizzare alla Colombaia quel “centro propulsivo della cultura e dell’economia dell’Isola” così ben descritto nella scheda del PNRR da Livio Marrocco e da Antonio Triolo, e che, ognuno per sua parte, sia l’On. Bica che l’On. Ciminnisi, si sono posti come obiettivo per la città: lo dico chiaramente, abbiamo perso anni preziosi ed è pure completamente mancato un progetto di sviluppo “culto e culturale” sul monumento, così ora dobbiamo fare ancora più presto e ancora meglio.

Abbiamo, finalmente, dei temi su cui innestare gli aspetti culturali ed attrattivi delle strutture museali, didattiche e di ricerca, ma lo dico chiaramente: non basta più vigilare, perché a questo punto si devono mettere in moto le energie migliori della nostra città e del territorio affinché alla Colombaia si crei un vero e proprio “Polo culturale” attrattivo e dinamico, incentrato sulla nostra “identità” e orientato allo sviluppo del territorio.

Non basterà fare una qualunque esposizione museale come “qualcuno” aveva in mente, ma ci troviamo di fronte una sfida: occorrerà non solo far conoscere in modo suggestivo e attraente al turista e al cittadino il monumento stesso, la città e la battaglia delle Egadi, ma alla Colombaia si dovrà fare ricerca in modo “utile” a creare sviluppo ed economia, perché questo nostro Castello, può davvero contribuire al nostro PIL, enormemente di più di un nuovo albergo o un ristorante, ma dovremo tutti vigilare e operare affinché ciò avvenga in modo efficace, efficiente, sostenibile e soprattutto nell’interesse di tutta la comunità.

Il suo impegno per fare conoscere la Colombaia la porta spesso a tenere incontri, l’ultimo proprio qualche giorno addietro con il Gruppo Archeologico Drepanon. Questa volta, però, ha parlato anche dei segreti che ci potrebbero essere sotto lo specchio di mare che separa l’isolotto della Colombaia con il Lazzaretto. C’è davvero tutto un mondo da scoprire in quello che lei ha definito un “Libro di pietra”. Ed a quanto pare ci sarebbero anche molte “pagine” da sfogliare sott’acqua…

Trapani vanta tra gli altri un triste primato poco apparente: avendo sempre vissuto l’archeologia come una minaccia alla proprietà privata o alla libertà economica, è una delle poche città nel mondo occidentale a non aver ancora conosciuto uno scavo archeologico urbano!

Oggi però il “modello di business” territorale non è più il latifondo, la rendita agricola o edilizia, il credito ma è il turismo e il nostro Patrimonio culturale, archeologico in primis, finora ignorato, oltre che un fondamentale strumento di identità, può diventare un primario fattore di attrazione e di economia.

Cominciare a leggere pertanto le pagine nascoste della nostra storia, siano esse sepolte o sommerse, si può, anzi si deve fare nell’interesse della collettività, dei giovani e del futuro, senza fare sfoggio di erudizione ma esercizio di passione e professione… anche in vista di quel “Parco della Colombaia” in cui quest’intervento si andrebbe perfettamente ad inserire.

C’è la possibilità di potere fare delle ricerche archeologiche più approfondite, sia sull’isolotto e nelle strutture dell’antico castello, sia nel fondale marino?

Si, c’è. Per il Castello so che ci sta pensando, finalmente, la Soprintendenza di Trapani, per la parte sommersa non più tardi di una settimana fa è stato stipulato un Protocollo d’Intesa tra la Soprintendenza del Mare a cui spetta il controllo e la direzione scientifica e l’ente di Formazione FUTURA con fini educativi e didattici e quale struttura di coordinamento di un partenariato locale che vede insieme associazioni locali di diversa natura a partire da Nova Civitas, dal Gruppo Archeologico Drepanon, la Fondazione Architetti del Mediterraneo, etc… per cui ogni associazione, in autonomia e in modo coordinato, farà ciò che potrà, ma si avvantaggerà delle sinergie di quanto si andrà a realizzare.

Tra le prime iniziative, secondo un progetto che abbiamo chiamato TPortusVetus, avremo una raccolta della cartografia storica, la realizzazione di un GIS dell’area e l’effettuazione di sopralluoghi interdisciplinari volti alla verifica di quell’ipotesi che ho formulato nel 2022 sulla localizzazione nell’area dei resti di un’area portuale militare, magari di età fenicia.

Mario Torrente

Ascolta anche l’intervista all’architetto Giovanni Vultaggio sui “segreti” che si potrebbero nascondere nel fondale del tratto di mare tra l’isolotto della Colombaia ed il Lazzaretto.