Ospite della nostra rubrica della domenica, il ginecologo Salvatore Pollina, che ha festeggiato i cinquant’anni di carriera ricevendo l’attestato di benemerenza da parte dell’Ordine dei Medici
Cinquant’anni di carriera al servizio della sanità trapanese
Cinquant’anni di carriera che io ho vissuto serenamente, non li sento neanche. L’unico dispiacere in tutti questi anni è la chiusura del punto nascite della Clinica San’Anna. Nonostante tutto, continuo a lavorare sempre con lo stesso entusiasmo, mi sento perfettamente in forma
Quanto è cambiata la professione in questi cinquant’anni?
E’ cambiata tantissimo. Quando io iniziai a lavorare non avevamo nessuno strumento a portata di mano. Non c’erano gli ecografi, non c’erano gli apparecchi per sentire il battito, c’erano solo le mani, erano loro le nostre telecamere. Sembrerà assurdo ma le nostre diagnosi all’epoca, pur senza apparecchiature, nel 99,9 per cento dei casi erano esatte.
Quanto è stata d’aiuto la tecnologia?
Tantissimo. Io posso dire di aver cominciato da zero. Il primo ospedale dove ho lavorato aveva da poco aperto l’innovativo reparto di ostetricia e ginecologia. Prima le donne partorivano in chirurgia o in casa. Il primo ecografo non ti permetteva di vedere nulla, oggi invece gli strumenti sono dotati di una tecnologia avanzata che ti permettono di fare anche diagnosi precoci parecchio complesse.