La Sicilia si conferma maglia nera in Italia per gli indici di lettura. Appena il 56% della popolazione sopra i 15 anni ha letto almeno un libro nell’ultimo anno: un dato ben 17 punti sotto la media del Centro Nord. Ma non è solo una questione di abitudini: dietro i numeri, c’è una carenza strutturale che riguarda librerie, biblioteche e servizi essenziali per incentivare la lettura.
Secondo l’indagine condotta da Pepe Research per l’Associazione Italiana Editori, in Sicilia operano appena 203 librerie, pari a 4,2 ogni 100mila abitanti, contro le 6,4 del Centro Nord. Ben 305 comuni, cioè il 78% del totale, ne sono completamente sprovvisti e quasi metà delle biblioteche non dispone di personale qualificato. In pratica, oltre un milione e mezzo di siciliani – il 31% della popolazione – vive in aree dove non esiste alcun punto vendita di libri: niente scaffali da sfogliare, nessuna possibilità di acquistare un volume, partecipare a una presentazione o a un evento culturale
I prestiti bibliotecari sono appena 31 ogni mille abitanti, a fronte dei 741 del Centro Nord: per ogni libro preso in prestito in Sicilia, ne vengono letti 24 nel resto d’Italia.
«Sono dati preoccupanti – ha dichiarato il presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta – che evidenziano come la povertà di librerie e biblioteche incida direttamente sulla lettura. Ora servono investimenti concreti».
Nel Mezzogiorno legge libri a stampa il 58% della popolazione. Peggio della Sicilia, solo Abruzzo e Molise, con il 56%.
Numeri che saranno al centro dell’incontro “Leggere il futuro”, promosso da AIE e Una marina di libri, in programma il 5 giugno a Palermo. Presenti, tra gli altri, il sindaco Lagalla, l’assessore Cannella, il rettore Midiri e numerosi attori del mondo editoriale e culturale.
Un’occasione per riflettere sul ruolo strategico della cultura e per avviare un piano condiviso che rilanci la lettura in Sicilia, a partire proprio dalle comunità più isolate.