Torre Xiare: il paradosso del riscatto che diventa abbandono

A soli 350 metri dalla spiaggia di Lido Valderice, immersa tra storia e paesaggio costiero, sorge “Torre Xiare”, un tempo residence turistico dotato di piscina, teatro, campi sportivi, camere vista mare e una torre seicentesca protetta dalla Soprintendenza. Un piccolo gioiello, oggi diventato sinonimo di degrado.

Confiscata nel 2010 a Masino Coppola, storico sodale di Matteo Messina Denaro, la struttura era stata simbolicamente strappata alla mafia per restituirla alla collettività. E per un periodo sembrò funzionare: venne aperta al pubblico e poi riconvertita per ospitare le forze dell’ordine. Ma da quando nel 2019 è scaduto il contratto con lo Stato, il silenzio è calato su tutto.

“Monumento al degrado”: tra topi, incendi e paura

Il residence oggi è abbandonato. Nessuna custodia, nessuna bonifica, nessuna vigilanza. Solo rovi, sporcizia e vandali.
Nel luglio 2021, un incendio divampato nell’area ha sfiorato le abitazioni circostanti, alimentato da sterpaglie lasciate a bruciare prima al sole, poi alle fiamme.

Ogni estate si ripete lo stesso copione: i cittadini confinanti, in particolare quelli di via della Posidonia, lanciano appelli e segnalazioni che si palleggiano tra gli uffici. Nessun intervento strutturale è mai stato eseguito. La paura cresce, mentre la fiducia nelle istituzioni crolla.

Un rimpallo di responsabilità

L’ANBSC ha confermato di aver affidato il bene al Comune di Valderice nel rispetto della Legge 109/1996. La Regione Siciliana, seppure interpellata, ha dichiarato di non poter intervenire su un bene che non rientra nella sua competenza. Il Comune di Valderice? Ha protocollato la segnalazione. E nulla più.

Nel frattempo, si parla di progetti mai partiti. Addirittura dell’ipotesi (non condivisa dai residenti) di trasformare il bene già pronto all’uso e strategico per la promozione del territorio, in un centro di accoglienza(la Regione ha confermato che è stata bocciata l’ipotesi di farne un campus per studenti). Con la torre vincolata e un teatro che potrebbe ospitare stagioni estive, dunque, anziché valorizzarne le potenzialità turistiche e culturali, il paradosso è evidente.

Uno spreco non isolato

Torre Xiare è solo uno dei 19.000 beni confiscati ancora inutilizzati in Italia. Secondo dati di Libera, oltre il 50% dei beni sequestrati non viene mai destinato. Spesso mancano fondi, personale, progettazione. Ma il risultato è sempre lo stesso: i cittadini pagano in sicurezza, in salute, e con la rassegnazione. Oggi per recuperare il complesso servono centinaia di migliaia di euro. E per la bonifica? Nessuna risposta chiara.

E allora ci si chiede: chi pagherà questo spreco? Chi ne risponderà? Perché i clan non ci perdono nulla. I cittadini sì in salute, sicurezza, dignità.

Serve una svolta: meno simboli, più concretezza

I beni confiscati non sono souvenir dello Stato. Sono strumenti di giustizia. Ma se lasciati marcire, diventano beffe.
Servono tempi certi, fondi vincolati, responsabilità diffuse, comunità coinvolte, l’eventuale collaborazione dei privati. Serve una filiera che parta dalla confisca e arrivi davvero al riscatto.

La legalità, infatti, non è un cartello da affiggere sul cancello di Torre Xiare. È un impegno da mantenere, un diritto da garantire.

di Marina Angelo