In ricordo di Giuseppe Fava e Piersanti Matterella

Domani Trapani ricorderà Piersanti Mattarella ucciso nel 1980 dalla mafia. Oggi invece ricorre l’anniversario della morte di Giuseppe Fava. Anche lui freddato da Cosa Nostra.

di Serena Giacalone

Il 5 gennaio del 1984, Giuseppe Fava viene freddato da 5 colpi di pistola calibro 7-65. Un delitto firmato cosa nostra. Di rado, in un caso di omicidio, il movente è mai stato così chiaro fin dal primo momento. Giuseppe Fava è stato ucciso per la storia della sua vita, per il suo impegno come giornalista, per le denunce fatte nei suoi articoli e nelle sue interviste. La sua è una storia, non certo dimenticata, ma ciò nonostante da ricordare.

Il 6 gennaio dell’84, i catanesi manifestano la loro solidarietà nei confronti di Fava con un minuto di silenzio allo stadio. D’altronde, la vita del giornalista  si è sempre intrecciata con quella della sua città, sia nei giorni della sua crescita con il miracolo economico, che in quelli ben più difficili dei comitati d’affari. Sono gli anni del boom e dello spettro della mafia sulla città. A raccontare quegli anni, sono gli amici e i familiari di Pippo Fava, ma anche Angelo Siino, il pentito di mafia che è stato definito “il ministro dei lavori pubblici di cosa nostra”, il testimone chiave nel processo per la morte del giornalista.

A pochi giorni dalla morte di Fava, i Siciliani, il  giornale in cui lui scriveva, diventa il  più diffuso e apprezzato in Italia. Ma paradossalmente a Catania nessuno sembra accorgersene: la tiratura aumenta, ma la pubblicità scarseggia. Per l’industria siciliana, per i suoi operatori economici, per le istituzioni culturali, acquistare uno spazio pubblicitario non è un semplice investimento promozionale. Vuol dire anche schierarsi, compromettersi, fare una scelta di campo definitiva contro la mafia, ma anche contro le sue complicità, i suoi protettorati, i suoi clienti. E questo sembra a molti un rischio troppo alto: un rischio che Claudio Fava ha sempre intrapreso, anche dopo la morte del padre, in qualità di Presidente della Commissione regionale d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia, dal 16 maggio 2018 al 25 settembre 2022 e tutt’oggi in qualità di giornalista.

4 anni prima dell’omicidio Fava, un altro delitto eccellente a Palermo. Il 6 gennaio 1980, infatti, fu freddato da un sicario di Cosa Nostra l’allora presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, mentre si recava a messa con la moglie Irma Chiazzese, la figlia Maria e la suocera Franca. Le indagini identificarono negli esecutori materiali Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, terroristi di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari.

E domani l’Amministrazione Comunale di Trapani onorerà la memoria di Piersanti Mattarella con una cerimonia di commemorazione, che avrà luogo alle ore 9:30 presso la Villa Margherita, dinanzi al busto commemorativo a lui dedicato.

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