L’Associazione Trapani per il Futuro ne ha discusso con la sociologa trapanese

Trapani per il futuro, nomen omen. L’associazione di studenti universitari trapanesi non vuole rinunciare al futuro e rimanere schiacciata dalle emergenze del presente e della cronaca. Nei giorni scorsi i soci hanno dialogato con Ignazia Bartholini, sociologa e docente presso l’Università di Palermo, e coordinatrice del dossier di candidatura di Trapani a capitale della cultura. Ai microfoni di Informat, trasmissione autogestita da TpF su Radio 102, la sociologa ha spiegato il processo di creazione del dossier che racconta la nostra città per “grandi quadri concettuali”, secondo cinque grandi categorie: la dimensione artistica, la dimensione naturale e paesaggistica, la dimensione della musica e dello spettacolo, la dimensione scientifica e di ricerca e quella del gusto. La novità del report, ha spiegato Bartholini, si riscontra però nell’introduzione del concetto di localitè, termine per spiegare “l’identità di una sacca territoriale” in quanto, dice la sociologa, «Trapani è Trapani, ma è anche Erice. E come si può dividere Trapani da Punta Cofano o San Vito. Non si può dividere una città secondo i beni architettonici, museali o artistici di cui dispone, rischiando così di costruire separazione». Sono ottanta le proposte avanzate dai cittadini per Trapani Capitale Italiana della Cultura, tutte quante prese in considerazione, sintomo di una città che ha voglia di mettersi in gioco e che fa ben sperare. Bartholini ha anticipato a TpF che molte delle proposte mettono al centro la musica, il mare, la riqualificazione territoriale. Tanto lavoro quindi per una città «silente ma non addormentata» la definisce la sociologa. «La speranza di una vittoria sembra a molti lontana ma, tuttavia – commenta TpF -, persiste la fiducia che questa occasione diventi per Trapani un buon pretesto per sprigionare tutte le energie che trattiene nelle viscere». Insomma un allenamento per vincere le prossime sfide e creare la Trapani per il Futuro.