di Mario Torrente
La Riserva delle Saline di Trapani e Paceco, un piccolo paradiso che, con la sua biodiversità e l’intreccio con le attività legata alla salicoltura, rappresenta davvero qualcosa di unico. Fino a qualche decennio addietro intere zone di questa area dall’altissimo potenziale erano adibite a discarica, con i bracconieri che sparavano a tutto ciò che volava e tante altre attività umane che minacciavano l’avifauna ed i delicatissimi equilibri di questa zona umida della Sicilia occidentale. Per non parlare della cementificazione che ha fatto sparire tantissime vasche e canali dove navigavano schifazzi e muciare. Fortunatamente negli anni Novanta è stata istituita la Riserva e grazie all’attività del Wwf si è riusciti a preservare questo immenso patrimonio che fa parte a pieno titolo del dna trapanese. Con i suoi mulini, le case dei salinai e quelle del curatolo, i fenicotteri rosa le avocette e tutta le circa 200 specie che popolano questa oasi della biodiversità, davvero tutta da scoprire e conoscere, a partire dalle singole saline che compongono i mille ettari di un’area protetta autenticamente tra cielo e mare.
Il puzzle di acqua e terra che compone questo angolo di grande bellezza è composto da diciotto saline: quelle tra la città ed il fiume Lenzi, partendo dalla zona del porto, sono la Salina Ronciglio, la Salina Zavorra, la Salina Giacomazzo, la Salina Paceco e la Salina Bella, quest’ultima all’inizio della via del Sale da dove, nei mesi autunnali ed invernali, si possono ammirare dei tramonti mozzafiato, con la prospettiva che si allunga fino al Mulino Maria Stella, che ospita il Centro visite della Riserva. Affianco c’è la Salina Maria Stella. Sullo sfondo, la zona industriale, che arriva praticamente sul perimetro dell’area protetta. Come l’ex dissalatore, non più in funzione ma ancora lì, ed il depuratore consortile. Superando la trafficatissima sp 21 si entra quindi nel regno dei fenicotteri rosa. Tutto praticamente attaccato. Il che complica i meccanismi della tutela ambientale visto che nel mezzo della Riserva passa anche un elettrodotto, dove di recente sono stati messi dei dissuasori per evitare di fare finire gli uccelli sui fili dell’alta tensione. E questo è nel lato “Trapani”.
Proseguendo dal fiume Lenzi fino a Nubia ci sono c’è la Salina Morana, la Salina Vecchia, la Salina Calcara, la Salina Alfano e la Salina Chiusa, che si trova nella zona del Museo delle Saline e della Torre di Nubia. Continuando nel centro abitato della frazione di Paceco e andando verso il torrente Verderame, ci sono la Salina Anselmo, la Salinella, chiamata anche Salina Settebocche, l’unica ad avere lo sbocco sul mare. Ed infine, prima del molo Uccello Pio, c’è la Salina Grande.