Domani sarà presentato il volume “Il Real Duomo di Erice – dal restauro alla ricostruzione del secolo XIX (1853-1865) Circostanze e coincidenze ”, a cura di Pietro Messana e corredato dalle foto di Francesco Ferla. L’iniziativa è promossa dal Mems, il Museo di Erice la montagna del Signore” assieme alla Diocesi di Trapani e vedrà la presenza del vescovo di Acireale monsignor Antonino Raspanti, del vescovo di Trapani monsignor Pietro Maria Fragnelli e di Luca Baldin, già segretario nazionale Icom, oltre che dell’autore del libro, padre Piero Messana.
Di seguito la presentazione del volume a cura di monsignor Raspanti.
Si avvertiva la necessità di avere uno studio sulla Chiesa Madre di Erice dopo parecchi approfon- dimenti e dibattiti su suoi singoli ambiti susseguitisi nei decenni scorsi, ma anche dopo il recente allestimento espositivo dei suoi tesori e la risistemazione di tante sue parti, dall’illuminazione in- terna all’organo a canne. La domanda che abitanti e visitatori pongono già nell’ammirarlo dall’e- sterno e, ancor più, varcando l’ingresso, è come si sia arrivati allo stato attuale del monumento, visibilmente modificato più volte nel tempo, e perché siano state fatte precise scelte architettoni- che lungo i secoli.
Il volume che ci offre l’arciprete, don Pietro Messana, prova a mettere punti fermi sul piano sto- rico-architettonico, basandosi non solo sugli studi scientifici recenti, ma compulsando le fonti archivistiche e storiche, per superare anche “leggende” popolari o salottiere, ispirate a conget- ture di studiosi e rivisitate nel racconto orale. Il presente testo non si dilunga però in descrizioni minuziose né indulge in espressioni troppo tecniche, che escluderebbero dai destinatari il lettore medio; ma non rinuncia nemmeno alla precisione espressiva sia in ambito artistico sia in quello storico.
L’autore ha avviato da tempo la riflessione sull’argomento, almeno fin dalla realizzazione di una giornata di studi nel 2006 dedicata alla ricostruzione ottocentesca del Duomo, da lui organizzata e guidata dal prof. M. Vitella.
Il dipanarsi narrativo del nostro testo punta, pertanto, a sedimentare i risultati raggiunti e ad approfondire, con un’ulteriore ricerca personale di don Messana, i motivi per i quali si è arrivati nel secolo XIX alla sistemazione attuale, non trascurando del tutto gli inizi della costruzione dopo la riconquista cristiana del secondo millennio. Per chiarire a dovere le scelte compiute lungo i se- coli e soprattutto nei decenni centrali dell’Ottocento, l’autore scava nelle biografie culturali delle tante persone che intervennero, a diverso titolo, nella risistemazione/ricostruzione del Duomo, risalendo alle matrici artistiche europee sia per la via borbonica sia per quella savoiarda, sotto il cui regno la Sicilia passò dopo la vicenda dei Mille. Si viene così a leggere chiaramente la di- stribuzione degli spazi, con il cappellone grande e le diverse cappelle laterali, con l’incantevole allestimento neogotico del soffitto dell’aula, a tre navatine, che allargano la visione ottica di uno spazio non tanto ampio.
La lettura del testo è gradevole per la destrezza della penna che scrive e per la maturità del pen- siero di chi scrive. Don Messana si dedica peraltro da tempo a studi sulla cultura cristiana del territorio; non a caso egli ha ripreso e fatto pubblicare il manoscritto di p. Giuseppe Castronovo Erice sacra, e ha studiato questa figura sacerdotale tanto influente nella vita ericina di quel secolo: «Quel prete vedeva lontano». Fede, impegno civile e culturale nel P.M. Castronovo (1814-1893). Questo suo ultimo lavoro sul Real Duomo colloca un altro prezioso tassello nel grande progetto denomi- nato “La Montagna del Signore”, che dall’ultimo decennio del secolo scorso si fa strada con passo spedito nella magnifica Città sul Monte.
Antonino Raspanti
Vescovo di Acireale