La sindaca di Erice Daniela Toscanpo parla di Casa Viola, iniziativa lanciata dall’amministrazione comunale e rivolta alle donne vittime di violenza.
Ad Erice nasce la Casa Viola. Di cosa si tratta?
” È una proposta pervenuta all’ Amministrazione da undici consiglieri comunali, con prima firmataria la vice presidente del Consiglio, Assunta Aiello. È una convivenza allocata formalmente nei locali comunali di contrada Rigaletta”.
Una convivenza rivolta a chi?
“A questa convivenza che esiste solo sotto il profilo amministrativo e non di fatto, potranno fare riferimento, per la loro residenza, tutte le donne vittime di violenza. Sarà possibile accedervi tramite i centri anti violenza riconosciuti dalla Regione siciliana che ne valuteranno l’opportunità, e rappresenterà un presidio, uno dei primi in Sicilia, per tutte le donne, anche madri, che ritengono di vivere situazioni di pericolo”.
Perché l’ avete chiamata Casa Viola?
Per ricordare Franca Viola, la prima donna italiana, di Alcamo, che rifiutò il matrimonio riparatore. Si tratta di un simbolo di quei tempi. Franca Viola è il simbolo dell’emancipazione femminile. Fu vittima di violenza ed ebbe questo grande coraggio di rifiutare il matrimonio riparatore. Fece delle scelte coraggiosamente diverse. La Casa Viola corrisponde al Comune e parte da un’idea della consigliere Aiello e fatta propria dalla giunta. Abbiamo fatto tutto l’iter giuridico per l’anagrafe, nell’ottica di tutelare queste donne che si trovano in struttura protette. In questo modo potranno avere come residenza quella del Comume. Ringrazio i consiglieri comunali, con a capo la consigliera Aiello, sia per la proposta che per la sensibilità mostrata sul tema, e gli uffici per essersi adoperati ed aver dato seguito all’istanza.