Via Biscottai, la “Mano del Miracolo di Sant’Alberto” sta scomparendo

di Mario Torrente

“La Mano sta scomparendo”. Salvatore Accardi, ricercatore archivistico molto rinomato in città, ha lanciato un nuovo grido d’allarme sulle condizioni di uno dei simboli della via Biscottai, storica strada trapanese che si trova tra la zona del porto e corso Italia. Qui un tempo passavo le mura della antica Drepanon con diverse porte che si aprivano verso il mare. Ci sono diverse tracce del passato, come una lapide che ricorda il terremoto del 1726 ed una mano che ancora oggi si intravede nel prospetto di una abitazione, quasi nascosta dai fili della luce con la frase quasi illeggibile a causa dei detriti. È chiamata “La Mano del Miracolo” perchè secondo la leggenda qui Sant’Alberto salvò un bambino caduto da una abitazione della zona.

Salvatore Accardi, che nei suoi studi ha approfondito la storia di questa importante strada trapanese, oggi è tornato a puntare i riflettori sulle condizioni in cui versa la “La Mano del Miracolo”, che necessiterebbe di un urgente restauro, magari anche valorizzandola, una volta recuperata, con una tabella ed un codice qr per raccontarne la storia, magati come fatto poche settimane addietro per la targa di Porta Ossuna per iniziativa di Giuseppe Romano e Luigi Fasoni. Tra l’altro l’ex comandante della Polizia Penitenziaria di Trapani e l’imprenditore di Fidirete si sono attivati intanto prendendo contatti per vedere di togliere i cavi, uno dell’Enel, l’altro della Telecom, che passano sopra la Mano del Miracolo di Sant’Alberto. Dopodiché c’è da vedere come fare, passando come ovvio dalla Soprintendenza ai beni culturali come fatto per la targa di Porta Ossuna, per procedere al suo restauro, facendo “riemergere” l’antica scritta. Ma bisogna fare presto. C’è da salvare un pezzo di memoria di Trapani in una strada che rappresenta uno dei racconti più belli da narrare. Da qui, secondo la tradizione, è anche passata la Madonna di Trapani non appena arrivata in città.

“La Mano del Miracolo di Sant’Alberto” s’ha dunque da salvare. Accardi, nel suo appello, ha rimarcato l’importanza di questo simbolo nel cuore del centro storico di Trapani, citando, documenti alla mano come fa sempre, quanto scritto nel 1812 da frate Benigno da Santa Caterina, “a cui nessuna amministrazione municipale ha mai dedicato una strada o piazza”, ha ricordato il ricercatore. Di seguito il testo.

“Nel bollore del Castigo apparve il glorioso S. Alberto nella Strada delli Biscottai e colla sua benedizione liberò la Città di Trapani da un tal malore. In memoria di tale Apparizione, si eresse al Santo sin dall’allora un Magnifico Altare, praticandosi tutt’ora lo stesso ogn’anno nel giorno a lui consacrato [il sette agosto]. Ivi per tant’anni li Congregati della Grazia esposero la Statua a mezzo Busto di S. Alberto, che si conserva nella loro chiesa. Ma poi, crescendo la Divozione fecero costruire una bellissima Statua Settipalmare tutta di argento e vi espongono questa. Nel luogo poi, ove apparve il Santo, si osserva un Quadro del medesimo in atto di pregare la Vergine Santissima di Trapani, avente a destra ed a sinistra San Francesco di Paola e Santa Rosalia. In un balcone vicino vi è ancora la Statua a mezzo busto di S. Alberto di Stucco, e sopra la Porta di essa Casa vi è una Lapidetta di Marmo con un braccio di Religioso nella seguente maniera: ‘Profeta Zaccaria’. Vogliono alcuni, che l’Apparizione ad un Martire fosse accaduta nel contagio dell’anno 1626 (era il 1624)”.

La via Biscottai è una strada molto antica, che ci porta indietro di secoli: un tempo era il cuore vivo della città con ben ben dieci chiese, a partire da quella di San Giacomo, oggi l’attuale Biblioteca Fardelliana. Nonostante gli stravolgimenti degli ultimi 150 anni, questa strada conserva un immenso carico di memoria che meriterebbe ben più attenzione. Anche anche il nome della strada è un tuffo nella storia antico millenni: un tempo era infatti chiamata Rua di Rodio, portandoci indietro nel tempo alla prima guerra punica ed alle eroiche gesta del trapanese Rodio. Successivamente prese il nome di Strada dei Biscottari, andando così a legare l’identità di questa zona alla gente che per secoli ha vissuto tra queste case ed il mare. Il nome “biscottari”, come spiegato dallo stesso Accardi, deriverebbe infatti dalle gallette, simili per l’appunto a dei biscotti, che marinai e pescatori mangiavano a bordo delle loro barche durante la navigazione e battute di pesca.

Ma qui venne anche scolpita la statua di Sant’Alberto, chiamato “della Marinella”, oggi custodita nella chiesa del Rione Palma costruita nella periferia di Trapani negli anni Sessanta e dedicata proprio a Sant’Alberto, dando oggi il nome a tutto il quartiere. La statua, completamente rivestita in argento, venne scolpita da Domenico Nolfo per iniziativa del ceto dei pescatori della “Marina Piccola” ed era custodita nella chiesa anticamente chiamata “Nostra Signora del Parto”, in seguito Madonna della Grazia. Tra l’altro in queste chiesa rimase inizialmente la statua della Madonna di Trapani non appena arrivò in città. A memoria di ciò, nel terzo altare della chiesa c’era un quadro che raffigurava Maria Santissima di Trapani. Qui la congregazione dei pescatori della Madonna della Grazia, come segno di devozione a Sant’Alberto, fece costruire una bellissima “statua settipalmare tutta in argento“, ha ricordato Accardi in un suo testo, che ogni anno i consoli dei pescatori “mostravano nella strada de’ Biscottara“.

Della chiesa della Madonna della Grazia, che dava il nome anche ad una porta che si apriva sul porto, purtroppo oggi non resta più nulla. La statua di Sant’Alberto della Marinella, restaurata più volte nei secoli, l’ultima volta del 2003, si può invece ammirare ancora nell’altare centrale della chiesa del Rione Palme. nella zona nuova di Trapani. Ma le sue origini ci portano in via Biscottai, dove secoli addietro fu fortemente voluta dai pescatori della Marina piccola. Come segno di devozione al Santo patrono della città di Trapani.