Dazi Trump: Trapani la provincia più colpita

Sono diversi i prodotti che rischiano di avere difficoltà all’ingresso negli USA e di subire un forte rincaro, a causa del dazio del 20% su tutti i prodotti agroalimentari annunciato dal presidente Donald Trump. Una scelta, quella del governo americano, che rischia di danneggiare pesantemente le imprese italiane.

Secondo i dati ISTAT, negli scorsi anni gli USA sono stati il secondo Paese per l’export italiano e l’Italia è il primo Paese dell’Unione Europea per numero di esportazioni nei settori del vino e della produzione alimentare.

A pagare il prezzo più alto, in Sicilia, sarà la provincia di Trapani, che da sola assorbe circa il 31% di tutte le esportazioni siciliane verso gli USA. Su un totale regionale di 190 milioni di euro in prodotti agroalimentari esportati, ben 60 milioni provengono da Trapani.

Seguono in classifica: Catania, con 59 milioni di euro, Agrigento, con poco più di 32 milioni, Palermo, con 28 milioni, Ragusa, con 13 milioni e Messina, con 12 milioni.

Chiudono la graduatoria Caltanissetta ed Enna, rispettivamente con 810mila e 620mila euro.

E poi c’è il fattore tempo. In una regione come la Sicilia, dove per molti prodotti — come l’uva — la tempestività è decisiva, l’aumento dei dazi rischia di avere ripercussioni pesanti sull’intera filiera.

A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, è stata l’associazione Coldiretti.

«Dinanzi alla decisione Usa è di vitale importanza evitare mosse avventate. Bisogna mettere in campo la diplomazia – ha detto il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo -. L’Italia e l’Europa devono portare avanti il dialogo poiché la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti».

https://youtu.be/xpyx5zJCNfc