di Federico Tarantino

Ancora una volta la città di Trapani dovrà correre per conoscere il futuro della propria realtà calcistica. Gli ambienti granata sono stati abituati nel corso degli ultimi anni a dover trottare ed il finale ha portato ad un’amarezza inestimabile nella storia del calcio trapanese. La scadenza dell’11 maggio del Comune di Trapani è l’ultima speranza che possa chiudere un ciclo che finora non ha visto alcuna luce in fondo al tunnel.

René De Picciotto abbandona l’idea di investire sul calcio al Trapani, almeno fin quando le condizioni da lui ritenute non siano tali da portare ad eventuali ripensamenti. L’imprenditore, però, continua con il proprio investimento sul palazzo che per decenni ospitò la Banca d’Italia. Nessun bluff a detta di De Picciotto, la sua operazione granata sarebbe bloccata dalle normative federali, con le modifiche ancora non del tutto note, che bloccherebbero la coesistenza di Trapani e Lecce tra i professionisti. Una porta chiusa quindi, almeno per il momento, l’ipotesi granata a causa della multiproprietà con il Lecce.

Nessun imprenditore, però, ha mostrato pubblicamente il proprio interesse per la nuova realtà calcistica che dovrà nascere e ripartire dalla serie D. Le opzioni con soluzioni sono poche. Alla città di Trapani non resta che organizzare una tavola rotonda a partire con le imprese locali. Se anche questo tentativo non andrà a buon fine, probabilmente è stato sprecato solo del tempo per qualcosa che non prova interesse. La curva di Trapani ha individuato nel sindaco Giacomo Tranchida il colpevole, ma spera, nello stesso momento, di rivedere la maglia granata in campo. Un messaggio affisso ieri sera, nei pressi dello stadio Provinciale. Non resta che correre e sperare per programmare un futuro degno della storia ultracentenaria di una passione per il pallone della città trapanese.