All’indomani della proroga per 60 giorni della linea 704, il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice torna sulla questione dei mercatini e scrive al Sindaco di Palermo e alla sesta commissione consiliare, illustrando le sue proposte di lavoro sulla riorganizzazione dei mercati.
Facilitare la vendita di prodotti biologici o a chilometro 0, forme di artigianato ed anche una zona ristoro all’interno dei mercatini settimanali, una modifica degli orari, per renderli frequentabili anche da chi la mattina lavora. Ed ancora, lotta all’abusivismo e assegnazione dei posti vacanti, eliminando i costi per partecipare ai bandi e se di nuove aree si deve ragionare, che siano dignitose, funzionali, facilmente accessibili.
Dice Felice: “Il problema del mercato di viale Francia è stato rinviato ma nella sostanza l’ultimatum/ricatto niente mercato o niente linea 704 è rimasto”.
Ma il problema rischia di spostarsi anche su altri siti. “Possiamo già prepararci ad affrontare lo stesso teatrino su viale Campania – continua Felice – perché vista, la prossima apertura della LIDL, siamo certi che cominceranno le pressioni per togliere il mercato da quella sede. Inutile dire che ci opporremo con tutte le nostre forze”.
Tornando al rapporto tra le linee bus e mercatini, il numero uno di Confimprese Palermo immagina “uno scenario nel quale la motorizzazione abbia ragione, e cioè che una linea dei bus non possa passare al limite dei mercati. Mentre si fa la voce grossa su viale Francia, appare suggestivo che una linea dei bus sposti il suo capolinea il lunedì mattina per lasciare spazio ad un mercatino non autorizzato, e nessuno pensa di sospenderne la linea; oppure che il martedì si cambi percorso solo per non intralciare un mercatino, ed anche in questo caso non si sospenda la linea. Queste suggestioni ci portano a pensare che la motorizzazione agisca a comando.
Se si mantenesse questa linea di intervento da parte della motorizzazione, metteremmo in discussione i mercati storici visto che ai loro confini, via Volturno, via Roma e corso Tukory, passano numerose linee di bus.
Sarebbe interessante capire perché la stessa regola non si applica alle isole pedonali: gli autobus le tagliano in due”.
Quindi, conclude: “Penso che sia più serio dare il proprio nome ad ogni cosa, e che ognuno smetta di utilizzare servizi pubblici ed attività economiche per il raggiungimento di obiettivi personali e/o per fini elettorali”.
Le proposte di Confimprese Palermo per la riorganizzazione mercati
“I mercatini settimanali sono delle zone franche, terre di nessuno, nelle quali ognuno fa quello che vuole – ammette Felice – tranne nei mercati più significativi, dove la maggioranza degli operatori si tiene stretta le autorizzazioni, negli altri mercati depositano le licenze e si continua a lavorare, si affittano posteggi ad altri operatori senza alcuna comunicazione ufficiale, ci si scambiano gli stalli, ci si sposta dall’interno all’esterno individuando uno spazio gradito infischiandosene di tutti i disagi che si possono creare, da quelli alla circolazione, ai rifiuti abbandonati, all’occupazione di stalli e strade da parte di soggetti sconosciuti.
Il primo passaggio è rimarcare la presenza dello Stato. È necessario che le forze dell’ordine ricomincino a frequentare i mercati con interventi progressivi che servano da accompagnamento ad un progetto di regolarizzazione.
Secondo passaggio: Problema SUAP
“Non possiamo che rilevare alcuni recenti comportamenti del SUAP – dichiara Felice – L’interpretazione a fisarmonica delle leggi non aiuta a fare chiarezza, anche alla luce del fatto che, sia quando l’interpretazione è estensiva che quando è restrittiva, i soggetti penalizzati sono sempre le imprese. Così avviene che per i dehors provenienti dal regime Covid si chiedono degli adempimenti procedurali non dovuti ma costosi, si decide di non tenere conto dei pareri della Conferenza Stato Regioni, mentre nel caso degli ambulanti si aspetta un parere della Conferenza Stato Regioni che doveva essere licenziato più di un anno fa.
Conriferimento alle procedure di assegnazione dei mercati ed agli effetti delle misure legislative in materia di concorrenza, presenteremo all’amministrazione comunale una relazione tecnica del nostro ufficio legislativo e legale. In questa relazione, dimostriamo che quando una legge non si completa, perché manca l’intesa Conferenza Stato-Regioni, come nel caso della legge sulle liberalizzazioni del 2022, restano in essere le leggi in vigore e che quindi si può procedere all’assegnazione dei posteggi vuoti dentro i mercati. Senza regolarizzazione dei mercati e senza la riassegnazione dei posteggi resisi vacanti è inutile parlare di riorganizzazione”.
Ed ancora secondo Confimprese Palermo “i mercati settimanali, non solo per le cause fin qui citate, attraversano un periodo di grave crisi economica e necessitano di innovazioni profonde. È necessario ripristinare la situazione originaria attraverso il processo di regolarizzazione degli stessi che consenta la riemersione della parte abusiva degli operatori che vogliono mettersi in regola e poi procedere alla nuova organizzazione dei mercati.
Lotta all’abusivismo e riassegnazione dei posteggi, sono le due facce della stessa medaglia. Il primo problema è il costo per partecipare ad un eventuale bando/avviso che è di 180 euro. Vanno azzerati i costi di istruzione lasciando solo il pagamento dei diritti di segreteria.
Ripristinata la legalità: si può cominciare a parlare di riorganizzazione dei mercati, dove, per noi è chiaro, che destinazione urbanistica e validità commerciale dei siti hanno pari dignità. Se qualcuno immagina nuove destinazioni dei mercati in aree degradate e decentrate, se lo tolga immediatamente dalla testa. Allo stesso modo non accetteremo nessuna strategia a “sfoglio di carciofo” ma dobbiamo ragionare almeno per blocchi di mercato.
I mercati, inoltre, necessitano di profondi mutamenti merceologici e di nuove organizzazioni commerciali. I mercati storici, anche grazie alla crescita turistica, hanno risolto questo problema spostandosi dalla vendita alla preparazione e somministrazione dei cibi. Per i mercatini settimanali questa formula è valida solo in parte: facilitare l’ingresso di nuove forme di attività, come ad esempio prodotti biologici o a chilometro 0, forme di artigianato ed anche una zona ristoro, potrebbero rappresentare parte di quell’innovazione che riavvicina i consumatori ai mercati”.
Per tutti questi motivi, Felice chiarisce che “questi passaggi non si ottengono o realizzano per diktat, c’è bisogno di condivisione e di sperimentazione. Il progressivo passaggio verso i “Nuovi Mercati” avrebbe come naturale conseguenza una modifica degli orari e dei siti, che, necessariamente dovrebbero avere una diversa connotazione con limiti ben stabiliti.
Questo è il percorso che immaginiamo e che ci piacerebbe percorrere a fianco dell’amministrazione e del Consiglio Comunale. La nostra priorità sono i mercati ed i mercatari, su un progetto condiviso siamo disposti a metterci la faccia, su altri percorsi figli di convenienze spicce ed immediate, diremo No.”