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giovedì, Aprile 25, 2024
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I “furbetti” del reddito di cittadinanza, a Marsala scattano 23 denunce

I furbetti del reddito di cittadinanza. Si fingevano senza tetto, ma avevano case e beni di lusso. Una maxi-truffa è stata scoperta a Marsala dalla Guardia di Finanza.

Truffa ai danni dell’Inps nella percezione del Reddito di Cittadinanza. A perpetrarla, soggetti formalmente residenti nella “Via della Casa Comunale” del comune di Marsala.I finanzieri , dopo avere acquisito la documentazione relativa a decine di famiglie iscritte appunto alla casa comunale ed averla incrociata con le banche dati, nonché con opportuni accertamenti “sul campo” (rilevamenti, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti) hanno scoperto che numerosi soggetti, pur avendo la residenza dichiarata nella “via della casa comunale”, di fatto risiedevano in altri luoghi e, soprattutto, con persone diverse rispetto a quelle indicate nelle domande di Reddito di Cittadinanza. E avevano redditi, anche elevati, assolutamente incompatibili con la percezione del beneficio. In alcuni casi, si trattava addirittura di coniugi che, pur conviventi ma a fronte di residenze anagrafiche “fittizie” e differenti, usufruivano di un abusivo “sdoppiamento” del beneficio, conseguito attraverso separate domande di ammissione, precedute da repentine ed apparentemente inspiegabili variazione anagrafiche , con “l’iscrizione” alla casa comunale.

I  comportamenti fraudolenti traevano in inganno l’Inps consentendo ai richiedenti di accedere alla misura di sostegno economico, non essendo in possesso dei necessari requisiti richiesti ed, in buona sostanza,
sfruttando artificiosamente le possibilità di iscrizione anagrafica alla “Casa Comunale”.

L’operazione ha consentito quindi di denunciare 23 soggetti responsabili a vario titolo di aver percepito indebitamente un contributo complessivo pari a circa 110.000 euro. Inoltre, il tempestivo intervento delle Fiamme gialle che, hanno fornito immediata comunicazione all’Istituto Previdenziale, evitando che ulteriori somme, per circa 120.000 euro, fossero illecitamente intascate dai soggetti interessati, i quali sono stati tutti obbligati a restituire allo Stato gli importi indebitamente ottenuti.

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