Le circostanze che hanno portato alcuni cittadini trapanesi, e parimenti italiani nel resto del paese, davanti ai giudici partono dal principio secondo il quale, in base ad una legge del 2019 “Disposizioni urgenti in materia di Reddito di Cittadinanza e di pensioni”, reddito di cittadinanza e scommesse, quindi compreso il gioco on line, non sono compatibili, pena la decadenza del beneficio. Inoltre a gran parte degli indagati, o degli imputati, laddove, come a Trapani, c’è già stato il rinvio a giudizio, sono accusati di non aver dichiarato le vincite on line in applicazione dell’articolo 69 del DPR n. 917/86 (TUIR) che impone l’obbligo dichiarativo per le vincite lorde (quindi senza detrarre le perdite). Si tratta però di un testo del 1986, quando in Italia erano autorizzati solo lotterie e Totocalcio.

Un altro articolo della stessa legge, il numero 67, comma 1 bis, stabilisce però che “le vincite… non concorrono a formare il reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta”. Un articolo aggiunto molti anni dopo a seguito della sentenza della Corte di Giustizia Europea Blanco-Fabretti (due giocatori di poker professionisti che hanno vinto il ricorso). Oggi però, l’incrocio delle diverse leggi curiosamente distingue i fini fiscali dai fini dichiarativi per l’ISEE, documento per l’accesso al RdC che deve essere veritiero. Un doppio binario interpretativo per cui i nomi di alcuni percettori di reddito di cittadinanza sono stati segnalati dalla Guardia di Finanza alla Procura della Repubblica competente per aver omesso vincite al gioco.

Molti giocatori, non professionisti, percettori del reddito di cittadinanza, si sono trovati quindi nella condizione di non essere in regola e di vedersi ritirare il beneficio, perché non conoscevano la norma dell’obbligo di dichiarazione, o perché l’hanno interpretata secondo il più recente articolo bis. In questo ginepraio di norme stanno cominciando a fare chiarezza alcune sentenze già emesse in diversi Tribunali italiani, che però, sganciano la questione reddito di cittadinanza dalle presunte vincite di gioco on line. Sentenze assolutorie, per essere chiari. Ma mentre fioccano le sentenze assolutorie in gran parte dei tribunali italiani, a Trapani in diversi casi si è giunti al rinvio a giudizio. Con conseguenze per alcuni cittadini che si sono trovati in posizione irregolare davanti a richieste autorizzative alle forze di polizia, relative al loro lavoro, per il fatto di essere imputati.

Nel frattempo tre avvocati pugliesi hanno sollevato davanti al GUP di Foggia una questione di incostituzionalità riguardo proprio la legge del 2019 da cui partono tutte le indagini. Non entriamo nello specifico tecnico giuridico, estremamente complesso da sviscerare ma basti sapere che il GUP ha recepito le osservazioni rinviando il giudizio di merito alla Corte Costituzionale che dovrà una volta per tutte stabilire come la normativa di riferimento e le conseguenti incongruenze debbano essere interpretate e applicate.

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