Emergono nuovi particolari sul delitto di Maria Amatuzzo uccisa, la vigilia di Natale, dal marito. Otto mesi prima dell’assassinio, Ernesto Favara, ex pescatore ora in carcere, avrebbe tentato di strangolare, utilizzando una lenza, la moglie che aveva deciso di lasciarlo. A rivelarlo è il padre della vittima, Matteo Amatuzzo. La donna riuscì a salvarsi. Fu presentata una denuncia che, però, poi venne ritirata. Il 24 dicembre, Maria Amatuzzo non ebbe scampo. Uccisa con dodici coltellate all’addome. Quando intervennero i carabinieri, Ernesto Favara impugnava ancora il coltello da cucina.
Maria Amatuzzo aveva un nuovo compagno, Liborio Cammarata, con il quale voleva rifarsi una nuova vita. “Io era contrario al matrimonio con Favara – dice il padre – Quell’uomo poteva essere suo nonno”. La giovane aveva trovato ospitalità in una casa famiglia, vicino Selinunte.
Omicidio premeditato quello commesso la vigilia di Natale? A creare sospetti sulla circostanza, tuttavia senza riscontro, almeno per il momento, che il delitto sarebbe stato pianificato è il compagno di Maria Amatuzzo. Secondo la sua tesi, la donna sarebbe stata vittima di un tranello architettato dall’ex pescatore. I due ormai non vivevano più insieme. Ernesto Favara l’avrebbe invitata a recarsi nell’abitazione di Marinella di Selinunte, con la scusa di andare a prendere il cappotto che Maria aveva lasciato lì, facendo intendere alla moglie che lui non sarebbe stato in casa. Quando la vittima è entrata lui, però, era nell’immobile. L’ennesima lite è culminata in tragedia. Ernesto Favara avrebbe impugnato un grosso coltello da cucina scagliandosi contro la donna. Quando sono scattati i soccorsi per lei ormai non c’era più niente da fare