Come lo spagnolo vive ancora nel dialetto siciliano

di Serena Giacalone

Appassionata di storia, linguistica e dialettologia, inauguro questa rubrica per esplorare come il contatto con altre culture abbia modellato la lingua siciliana nel corso dei secoli. 

Oggi, approfondiremo l’impatto del catalano e dello spagnolo (1282-1860) sul dialetto siciliano. 

 Per farlo, andremo indietro nel tempo alla scoperta di una rivolta popolare, conosciuta come i Vespri Siciliani. 

Avvenuta nel 1282, fu la rivolta che espulse Carlo di Anjou dal potere, ma la Sicilia rimase comunque in balia di uno straniero, Pietro d’Aragona, che aveva appoggiato i rivoltosi.

Angioini e Aragonesi mantennero il conflitto per molto tempo e dopo la Pace di Caltabellotta nel 1302, la Sicilia fu assegnata agli Aragonesi.

Solo nel 1479 la Sicilia diventò vicereame spagnolo e rimase alla Spagna fino al 1712, quando fu attribuita ai Savoia.

Gli Spagnoli Borboni per 500 anni occuparono la Sicilia e le loro espressioni si amalgamarono armoniosamente. 

Sostanzialmente, la loro lingua si fuse con quella siciliana:

Italiano              Siciliano        Spagnolo 

Cadere               Abbuccari             Abocar

Cortile              Curtigghiu             Cortijo

Lamento              Lastima          Làstima

Pentola                Pignata             Pinàda

Fidanzata             Zita                       Cita

Indovinare      Nzittari               Encertar