Di Marco Gullà
Un’intera comunità, quella di Misilmeri, questa mattina si è fermata per tributare l’ultimo saluto a Sara. Affollata la chiesa di San Giovanni Battista, dove sono stati celebrati i funerali della giovane uccisa in viale Gazzi, davanti allo stadio Celeste di Messina da un suo collega di università, Stefano Argentino, reo confesso dell’omicidio. Ad officiare la funzione, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. In tanti sono rimasti fuori dalla parrocchia sospesi tra commozione e partecipazione, perchè il dolore della famiglia Campanella è il dolore del’intero Paese. Presente anche il presidente della Regione Renato Schifani.
Il feretro, portasto in spalla da amici e parenti, ha varcato l’uscita della chiesa sulle note della canzone “Everglow” dei Coldplay, rendendo ancora più struggente l’ultimo viaggio di Sara, quello senza ritorno, mentre ancora rimbombavano le parole, toccanti, dell’arcivescovo. “Solo se ci amiamo gli uni con gli altri saremo felici – ha sottolineato – solo la relazione rende preziosi i legami, solo il rispetto della dignità dell’altro – dei bambini e delle donne anzitutto!”. “Siamo qui, sconvolti. Senza parole. Dinnanzi al corpo di Sara. Corpo martoriato. Sacrificato. Vita che ci è stata rubata. Perché?”. L’omelia dell’arcivescovo di Palermo ha toni accorati, le parole sono piene di dolore. “Ancora una volta, risuona un grido: perché? Perché questo strazio indicibile inflitto ai cari genitori Cetty e Alessandro, al fratello Claudio, ai familiari, al fidanzato, agli amici, alla città intera?”. Don Corrado Lorefice ha aggiunto: “Una vita distrutta e rubata troppo presto, in modo oltremodo crudele.