L’incremento dei voli sull’aeroporto di Trapani Birgi è il segnale dell’inizio di un percorso che dovrebbe riportare Ryanair ai livelli prepandemia e, proprio per quanto riguarda lo scalo trapanese ai livelli precedenti agli eventi bellici del 2011, quando il Vincenzo Florio fu praticamente chiuso per consentire l’operatività agli aerei militari impegnati nei cieli della Libia. L’Italia è il secondo mercato del network Ryanair e la compagnia, ha nominato un country manager dopo anni in cui non esisteva più nel suo organico una figura simile nel Paese. A Mauro Bolla è stato affidato il compito di sviluppare ancora di più il network Ryanair in Italia che può già contare su 17 basi e 29 aeroporti. L’obiettivo, ormai persino dichiarato, è di trasformare il vettore da compagnia straniera a vero e proprio vettore nazionale. Quest’estate Ryanair conta di avere il 35% di share nell’offerta con una flotta di 90 aerei, 3mila dipendenti diretti e 40mila con l’indotto. Secondo Bolla, che cita le principali fonti di ricerca sul trasporto aereo, ci vorranno 3 anni per concludere questo percorso. Per quanto riguarda la programmazione, per l’inverno l’obiettivo è di allargare ulteriormente il network italiano con un focus sul sud e le isole. E qui il ruolo dell’aeroporto di Trapani diventa cruciale: scommettere sulla winter e sulle politiche di destagionalizzazione del turismo.