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mercoledì, Aprile 24, 2024
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A Trapani i nuovi consiglieri / 2

Continua la nostra analisi del voto sulla nuova composizione del Consiglio Comunale trapanese. Oggi vedremo gli eletti della minoranza in attesa delle verifiche.


Ritorniamo nella nostra analisi sul prossimo consiglio comunale di Trapani. Oggi vediamo le coalizioni che hanno sfidato Tranchida lo scorso 28 e 29 maggio.


Sarà tutta del centrodestra l’opposizione consiliare trapanese con in testa il suo candidato sindaco Maurizio Miceli, di diritto fra gli scranni di Palazzo Cavarretta avendo superato abbondantemente il 20% dei voti scrutinati previsti dalla normativa regionale. Il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia avrà al suo fianco gli eletti della lista meloniana Gaspare Gianformaggio e Nicola Lamia. Il primo, consigliere uscente, ha raccolto poco più di 230 preferenze, quasi la metà del 2018, mentre il secondo e’ arrivato a ruota, fermandosi a 217. Nella coalizione c’è stata la lista più votata: ancora una volta “Amo Trapani” del recordman delle preferenze Peppe Guaiana con oltre 1100 suffragi. Tanti, aspettati, ma che bisognerà vedere a cosa serviranno nel suo futuro politico visto l’autogol della scelta cuffariana alle scorse regionali della quale, sembra, l’ormai ex presidente del Consiglio Comunale trapanese si sia già pentito, guardandosi adesso in giro; non sono pochi coloro che pensano possa essere il Movimento per le Autonomie dell’ex Governatore Raffaele Lombardo ad accoglierlo. Ad ogni modo, “il suo gruppo” potrebbe vantare ben 4 consiglieri a seguito delle verifiche in corso. Ma l’affidabilità nella tenuta degli eletti, come alla scorsa tornata, e’ tutta da dimostrare visto le alchimie politiche che anche stavolta hanno determinano la composizione della lista. A proposito di MPA, finalmente ce l’ha fatta Tore Fileccia; “l’influencer anti Tranchida” ha raccolto quasi 450 preferenze. Un risultato tutto sommato aspettato per il suo instancabile lavoro d’opposizione extra consiliare in questi anni che per l’appoggio ricevuto dall’apparato del Movimento spiegato da mesi a suo sostegno. Eletta dietro di lui Grazia Spada, il passaggio nelle fila del centrodestra, però, le e’ costato circa 200 preferenze, crollando a poco più di 300 voti. 
Resta fuori dall’aula consiliare – nella città che fu la più azzurra d’Italia – per la prima volta nella sua storia, Forza Italia; tentare un maquillage politico last minute inserendo i candidati di “Stop” del duo De Santis-Daidone non è servito a niente. Loro hanno fatto ciò che potevano rispettando le consegne con i 600/700 voti promessi in dote, così come la buona volontà del coordinatore provinciale Toni Scilla. Ma chi doveva fare la differenza era il capogruppo all’Ars, e assai vicino al Governatore Schifani, Stefano Pellegrino, figura di primissimo piano nel panorama azzurro in Sicilia per il ruolo che ricopre. L’apporto del deputato marsalese, invece, e’ stato sostanzialmente quello di inserire un paio di candidati che hanno raccolto “la bellezza” di una quarantina di preferenze l’una e neanche 5 voti l’altro. Insomma, un disastro totale che ha inciso non poco sulla sconfitta della coalizione. Infine, uno sguardo nelle liste che non hanno superato il quorum: la più votata e’ stata la grillina Francesca Trapani. Quasi 400 preferenze, però, non sono bastate a far superare lo sbarramento ai 5 Stelle. Sempre nella coalizione di Francesco Brillante, non ritornerà a Palazzo Cavarretta, anch’esso, l’uscente Giuseppe Lipari che registra 289 voti ma che deve fare i conti col disastroso risultato della lista “Sud chiama Nord”. Benino anche Anna Garuccio che si ferma a quota 370 ne “La mia Trapani”; la candidata sindaca, come già detto, ha pagato lo scotto – come spesso capita in questi casi – della corsa a primo cittadino e, probabilmente, la corsa solitaria. Poco o nulla avevano da dire “Rinnova Trapani”, “Sicilia Vera” e “Miceli Sindaco”. E nulla hanno detto, infatti. 

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