Le tre domande della domenica a… Architetto Vito Corte

L’ex Presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Trapani interviene sulle nuove strisce pedonali a Trapani e sulla visione futura della centralissima via G. B. Fardella

1) Architetto Corte, la città di Trapani inizia ad adeguarsi alle altre città che si possano definire tali. Che ne pensa di questo progetto sulle strisce pedonali per ipovedenti con annesso percorso tattile?

L’attenzione verso i cittadini svantaggiati è dovuta per legge, ed anche se non lo fosse dovrebbe esserlo per dovere etico.
Sulle strisce pedonali per ipovedenti penso che vista la frequenza degli attraversamenti stradali, la consequenziale riduzione della velocità degli autoveicoli e la giustissima propensione verso le esigenze dei pedoni piuttosto che verso quelle degli automobilisti si manifesta con crescente evidenza la necessità di ripensare alla Via G.B. Fardella. Essa in origine era stata pensata come percorso processionale di collegamento tra il Santuario extramoenia e la città murata. Poi divenne il segno della lottizzazione urbana di espansione novecentesca, sempre più ad uso delle auto e meno delle persone. Adesso i tempi sono maturi per pensare alla Via Fardella non più come due corsie stradali ma invece come un Boulevard urbano: luogo di relazioni tra le persone che si incontrano gioiosamente: per passeggiare, giocare, fare shopping, leggere, fare sport. Non per “transitare”. Una parte di città da “abitare” nel senso più bello e umano possibile, con una qualità della vita non subordinata alle funzioni e alle automobili ma attenta ai valori della humanitas civile.
Dunque al netto della attuale soluzione formale e cromatica questa iniziativa aiuta a pensare al Boulevard Fardella come al nuovo centro per le relazioni umane dei cittadini.

2) ritiene sia necessario estenderle ad altre zone della città di Trapani?

Sì.

3) Una rivisitazione concettuale della principale arteria cittadina, la via G. B. Fardella, di cos’altro avrebbe immediatamente bisogno?

Mi pare più che mai attuale la proposta del Team AbEnTive che coordino, presentata recentemente a Palermo e a Selinunte in occasione di convegni specialistici e frutto di uno studio commissionato da un privato perché si attuassero delle iniziative di “finanza di progetto”. Sono Iniziative integrate e multidisciplinari che vedono il cittadino come protagonista attivo.
Il nostro progetto è un insieme di verifiche tecniche, analitiche ma anche creative: una attività che ha gestito la complessità dei temi perché ogni attore possa sentirsi gratificato: quindi non decreta la vittoria del pedone sull’automobile ma stabilisce le regole perché sia i pedoni che gli automobilisti possano contribuire a far stare meglio i cittadini.
Inoltre la proposta paesaggistica “forte” riguarda l’eliminazione dello spartitraffico centrale, lo spostamento (gli specialisti hanno assicurato che è possibile ed è facile) dei ficus Benjamin al quartiere Cappucvinelli, e la piantumazione di un doppio filare di alberi Jacaranda. L’unica corsia centrale sarebbe riservata ai mezzi pubblici (la via diventerebbe una sorta di ZTL), il grande spazio ricavato sarebbe a servizio delle bici e dei pedoni e delle attività commerciali frontaliere. Infine tutti i parcheggi, in numero maggiore degli attuali, sono stati individuati nelle immediate vicinanze e è stato programmato un sistema di servizi integrati di trasporto. In ultimo: tutte le facciate degli edifici sarebbero inserite in un programma di riqualificazione urbana che beneficherebbe di bonus fiscali notevolissimi e di azioni di co-finanziamento.
Insomma, i principi di quel progetto sono:

  1. Migliorare la qualità della vita; 2. efficientare i servizi; 3. ricercare la sostenibilità ecologica; 4. democratizzare gli interventi; 5. trovare le risorse economiche; accrescere la domanda e l’offerta