L’intervista al parroco della Cattedrale di San Lorenzo, monsignor Gaspare Gruppuso.
Monsignor Gruppuso, c’è una crisi di fede secondo Lei?
Nel periodo natalizio qui in cattedrale non c’è stata una carenza di partecipazione rispetto agli anni precedenti ma la riflessione si pone sempre proprio perché l’ aspetto devozionistico e tradizionale non vuol dire che c’è una fede coerente e continua con la propria vita ed è proprio questo il limite che noi riscontriamo nella nostra comunità di cristiani, c’è una fede tradizionale e un po’ meno una fede convinta, è necessario convincersi che oggi siamo una minoranza ma una minoranza qualificata che è testimone di questa fede. Ovviamente il Natale è un atteggiamento di festività ma ciò non significa che abbiamo compreso perfettamente il mistero dell’incarnazione, quello che conta oggi, secondo me, è un ulteriore evangelizzazione che permetta di qualificare il nostro essere cristiani.
Rispetto a questa evangelizzazione Lei pensa che bisogna intervenire scrollando le coscienze dei più giovani, soprattutto gli adolescenti?
Dobbiamo distinguere il problema dell’adolescenza nella sua universalità macroscopica e a realtà territoriale. Se facciamo riferimento al centro storico ci sono pochissimi adolescenti e quelli che ci sono fanno parte di altre parrocchie o di altre religioni e culture; per esempio qui al centro storico vi sono diversi rumeni, slavi, tunisini, e vi è anche tanta carenza di famiglie giovani trapanesi e di conseguenza bambini, sebbene il problema si presenta aldilà della quantità di persone presenti all’interno di una parrocchia perché l’ educazione si costruisce in famiglia, ovviamente la parrocchia ha i suoi compiti come anche la comunità di appartenenza che dovrebbe tramandare la fede in modo consapevole , solo in questo modo si potrebbe dare un sostegno robusto ai nostri adolescenti per aiutarli ad affrontare possibili crisi, tipiche di questa età non abbandonandoli al mondo dell’ implosione globale a danno della partecipazione alla fede.
Quanto incide l’aspetto commerciale delle festività natalizie nella crisi della fede?
Il Natale è fondamentalmente di origine pagana e noi siamo riusciti con l’esperienza cristiana a rendere cristiano il Natale. La nascita del sole è diventata la nascita del sole di giustizia che è ravvisabile nelle fattezze di Gesu’ cristo che poi in oriente ha avuto la sua continuazione nell’Epifania intesa come manifestazione di Dio per gli uomini. Ora noi purtroppo non abbiamo più inteso l’esperienza di incarnazione da parte di dio dell’umanità intera tranne il peccato per permettere il dialogo con Dio. venendo a mancare tutto questo è emerso un lato paganeggiante e quindi commerciale della festa per noi. Per cui il Natale molte volte è un aspetto semplicemente esteriore, una festa per incontrare amici e familiari e ci si pone in un atto solidale. Ma il fatto di essere maggiormente solidali a Natale non ci qualifica come puri devoti cristiani. Sarebbe bello ritrovare il senso vero del Natale sentendo la presenza che viene per portare pace e amore nel cuore di ognuno di noi.