A giugno 2023, nella parrocchia di San Pietro a Trapani, è stata inaugurata la “Culla per la Vita”, un luogo sicuro dove le madri in difficoltà possono lasciare i loro neonati in totale anonimato, garantendo loro una chance di vita dignitosa. Un’iniziativa nobile, carica di significato morale, ma anche un simbolo che interpella le nostre coscienze in un momento in cui la cronaca ci presenta storie drammatiche che scuotono profondamente.
La “Culla per la Vita” è una risposta pratica ma anche simbolica a questo silenzio, che lancia un messaggio di speranza e responsabilità. Qui, in un ambiente protetto, una madre può scegliere di non voltare le spalle alla vita, anche quando sembra non avere alternative. Una culla che, al contempo, è anche uno specchio per la società: che costringe a chiederci perché, nel 2025, ci sia ancora bisogno di luoghi come questo.
È facile puntare il dito, difficile è interrogarsi sulle cause profonde che vedono una madre abbandonare il proprio figlio. La culla non è solo un rifugio per i neonati, ma anche un grido muto che richiede attenzione alle politiche sociali, all’educazione e alla costruzione di reti di supporto.
Poi, però, dinanzi all’ennesima tragedia si resta ammutoliti, anche quando le iniziative nobili ci fanno leggere tragedie come quella di Bari, dove un neonato di circa un mese è stato trovato senza vita nella culla termica adiacente alla chiesa. Il sistema di allarme, che avrebbe dovuto segnalare immediatamente la presenza del bambino, non si è attivato, ritardando così i soccorsi. E, forse, questa tragedia ci ricorda che non basta indignarsi di fronte a un fatto di cronaca nera. Serve un impegno concreto per garantire che ogni madre sappia di non essere sola e che ogni bambino abbia una chance di vita. A Trapani, nella parrocchia di San Pietro, una “Culla per la Vita” nasce con l’obiettivo di offrire un’alternativa sicura all’abbandono dei neonati. La struttura, dotata di un sistema di allarme che si attiva all’apertura dello sportello, è stata realizzata grazie a una donazione dell’Ordine dei Medici e al contributo dei fedeli.
È fondamentale che le autorità religiose e sanitarie locali garantiscano una manutenzione costante e accurata di questa culla, affinché tragedie come quella di Bari non si ripetano. Non possiamo permetterci di lasciare al caso la vita dei più vulnerabili. Le “Culle per la Vita” rappresentano un simbolo di speranza, ma senza un’attenzione costante e una manutenzione diligente, rischiano di diventare monumenti all’indifferenza e alla negligenza.
Siamo davvero disposti a fare la differenza? La risposta non si trova solo in una culla, ma nella capacità di una comunità di non girarsi dall’altra parte, di accogliere e di sostenere chi si trova nel momento più fragile della propria esistenza. La sfida è aperta, e il tempo per agire è ora.
di Valeria Marrone