Ancora una fumata nera all’Assemblea Regionale Siciliana sul delicato tema dell’applicazione della Legge 194 del 1978. A fare da detonatore, la proposta già avanzata nelle scorse settimane dal deputato regionale del Partito Democratico, Dario Safina, finalizzata a garantire l’assunzione di personale medico non obiettore nelle strutture sanitarie pubbliche dell’isola, dove, secondo i dati riportati in aula, il numero degli obiettori supera l’80%.
Nonostante la norma abbia superato il voto segreto, la maggioranza di centrodestra ha fatto mancare il numero legale al momento del voto finale sul testo, rinviando la discussione di ulteriori quindici giorni. Una scelta che ha fatto esplodere la protesta del PD, che annuncia un blocco dell’attività legislativa fino a quando non si procederà al voto finale.
Durante un acceso intervento in aula, il promotore della norma, Dario Safina, ha sottolineato la necessità di uscire dalla retorica ideologica e affrontare concretamente il problema dell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza in Sicilia.
“Il tenore degli interventi mi sembra fermo al 1981”, ha detto Safina, riferendosi al referendum abrogativo che confermò la volontà degli italiani di mantenere in vigore la legge 194. “Quel diritto nel nostro ordinamento esiste, è immanente, non è in discussione. Non è questo il tema”.
Il deputato dem ha ribadito che la proposta non mira a ledere il diritto all’obiezione di coscienza dei medici, ma piuttosto a garantire il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), nei quali è compreso anche l’accesso all’aborto sicuro e assistito.
Il clima in aula è stato teso. Safina ha chiesto uno “scatto d’orgoglio” all’Assemblea, accusando la maggioranza di “scappare” di fronte alla realtà e di “riportare la Sicilia indietro nel tempo”.
Il rinvio ha scatenato la dura reazione dell’opposizione. Il Partito Democratico ha annunciato che bloccherà l’attività legislativa fino a quando non si procederà al voto finale della legge. “Di questo passo, più che guardare al futuro, torneremo indietro nel Medioevo”, ha commentato Safina dopo la seduta.
L’appuntamento per il ritorno in aula è fissato tra quindici giorni, ma l’aria che si respira in Assemblea promette ulteriori scintille su un tema che continua a dividere profondamente la politica siciliana.