di Fabio Pace
Alitalia lascia l’aeroporto di Trapani Birgi. Va via nonostante i biglietti già venduti per i voli Roma Fiumicino e Milano Linate che erano schedulati per il mese di luglio. Lo ha comunicato il management di quella che una volta era la compagnia di bandiera (quando lo potevamo dire con orgoglio, sic!) ai vertici di Airgest, la società di gestione aeroportuale trapanese. Il motivo? Alitalia ritiene di non poterci guadagnare, forse anche a causa delle limitazioni di posti determinata dalle misure di sicurezza e distanziamento sociale. Quale che sia la giustificazione, Alitalia va via e ci molla, nel pieno della stagione estiva. In pochi minuti di call conference Andrea Benassi Gianluigi Lo Giudice, dirigenti Alitalia, lo hanno comunicato al Presidente di Airgest, Salvatore Ombra. «Alitalia, così ampiamente sostenuta dallo Stato non può abbandonare senza conseguenze un aeroporto e il suo territorio» ha commentato il presidente Ombra che già nei giorni scorsi non era stato tenero con la compagnia italiana sostenendo che le politiche del governo nazionale a vantaggio della cosiddetta compagnia di bandiera avrebbero messo in fuga le low cost e fatto schizzare in alto il prezzo dei biglietti. «Non voglio pensare che sia una vendetta – afferma il presidente di Airgest – ma la tempistica è sospetta ed è fuori da ogni logica». Ombra, come del resto aveva già fatto in passato, ha lanciato «un appello al territorio, alla stampa, a tutto il personale politico locale, regionale e nazionale ma anche alle categorie produttive e agli operatori del turismo a scendere in piazza e manifestare affinché questo delitto non si compia». Un appello lo ha rivolto anche al presidente della Regione, Nello Musumeci, «per bloccare questa decisione insana». Ombra si intesta una battaglia, non solo da presidente dell’Airgest e annuncia «iniziative di protesta» a partire dal prossimo 17 giugno con «un’adunanza popolare all’aeroporto Vincenzo Florio». «Tutti i trapanesi stanchi di subire – conclude Ombra – possono venire in aeroporto, dove ci sono le giuste distanze, per farsi sentire e dire basta al soffocamento della nostra economia e della nostra terra».
(Fonte: Ufficio stampa Airgest)