Impasse. Nessun passo in avanti nella vicenda della mancata attivazione del servizio di assistenza igienico-sanitaria per gli alunni disabili delle scuole elementari e medie del Comune di Trapani. Nessun passo indietro della amministrazione comunale, ferma nella sua intenzione di aderire al parere del CGA Sicilia che attribuisce le competenze alle scuole. Nessun passo indietro delle famiglie e dei sindacati, che al Comune chiedono conto della decisione di non assicurare il servizio.

Il Consiglio comunale straordinario di ieri sera non ha sciolto i nodi venuti al pettine in questi mesi. Anzi, altri se ne sono aggiunti. Ieri sera la consigliera Anna Garuccio e la deputata Eleonora Lo Curto hanno posto la questione proprio del parere CGA. Vincolante per il Comune, non vincolante per le opposizioni consiliari, e che non sia vincolante lo si evince dal verbale di adunanza del CGA del 24 settembre 2019. Sempre le opposizioni, in particolare la consigliera Garuccio, hanno messo agli atti anche delle sentenze che rappresenterebbero una sorta di vademecum del caso di specie soprattutto perché emanate dello stesso CGA.

Nel corso del consiglio straordinario l’onorevole Lo Curto e il Senatore Sant’Angelo avrebbero messo a disposizione del sindaco le competenze dei rispettivi uffici legali. Un invito che Tranchida ha declinato fermo sulle sue posizioni, perfino affermando che se qualcuno ritiene abbia omesso atti, violato norme, lo può denunci. Posizione che può apparire estrema, ma che invece potrebbe avere una sua ratio. Se il comune, insieme all’ASP e alle singole scuole fossero chiamati in giudizio si potrebbe finalmente avere una sentenza di un giudice a dirimere la questione e ad imporre un indirizzo.

Nel corso di una conferenza stampa convocata stamani il sindaco Tranchida ha puntualizzato alcuni aspetti della questione indicando anche possibili soluzioni. Primo aspetto: è stata la stessa Regione, in ritardo rispetto ad altre, a chiedere il parere del CGA che ha fatto venire i nodi al pettine; secondo, la stessa Regione è intervenuta per assicurare il servizio con una legge che finanzia 4 milioni di euro ai liberi consorzi e alle città metropolitane, ma solo per gli alunni degli istituti superiori, escludendo di fatto i comuni; terzo, una ipotesi praticabile, dice Tranchida, è che la Regione che ha stanziato altri 2 milioni da destinare ai comuni per servizi scolastici integrativi, provveda invece alla assegnazione diretta agli istituti scolastici o alle famiglie, attraverso un voucher.

Partendo dai casi concreti di bambini rimasti senza assistenza igienica o a digiuno perché nessuno li ha imboccati, almeno tre quelli segnalati dalle famiglie, Tranchida ha affermato che porterà la questione all’esame della conferenza dei sindaci del prossimo 11 ottobre, e ancora all’Osservatorio scolastico provinciale in cui sono chiamati a confrontarsi tutti i dirigenti scolastici.

Al sindaco abbiamo chiesto espressamente se prima di arrivare a questa situazione l’amministrazione si fosse mossa per conoscere la situazione di fatto di ogni singola scuola e ogni singola classe. Tranchida ha mostrato un corposo carteggio in cui comunica la complessa situazione all’Asp, al prefetto, ai dirigenti scolastici e altri organismi in indirizzo. Ha anche aggiunto che all’ASP ha chiesto la verifica delle condizioni igieniche e sanitarie dei casi più gravi ma ha anche aggiunto che nessuna risposta, nonostante 5 solleciti è mai giunta.

Risultato di un consiglio comunale straordinario e di una conferenza stampa: ad oggi nessuno può dire con chiarezza chi deve assicurare l’igiene personale ad un centinaio di bambini disabili delle scuole elementari e medie del capoluogo.