Le tre domande della domenica a…

Se l’ansia da rientro a scuola per molti ragazzi è arrivata qualche giorno prima del suono della campanella, per molte delle loro mamme è andata diversamente. La fine delle vacanze s’è materializzata con un l’inconfondibile suono della notifica di un messaggio WhatsApp apparentemente innocuo, per poi scoprire che apparteneva al “gruppo genitori”.

Secondo la psicoterapeuta trapanese Angela Sciacca «Come tutti i mezzi di comunicazione possono essere una grande risorsa» da una parte ma anche «lo strumento a cui le mamme più ansiose ricorrono più facilmente per una continua ricerca di rassicurazioni che, invece, provoca un danno importante». Secondo la dottoressa Sciacca «I bambini, infatti, acquisendo queste informazioni, tendono a stare meno attenti in classe, sapendo che tanto sul gruppo delle mamme arrivano i compiti. Fondamentali sono quindi le regole da parte degli amministratori».

Questi gruppi stanno interferendo, secondo lei, sui processi di autonomia dell’adolescenza piuttosto che del bambino svincolandolo dalle responsabilità?

«Non il gruppo ma l’uso che ne fa il genitore. Come diciamo qui in Sicilia, “u pisci fete da testa”. Quello che ripeto a mia figlia, lo dico anche da mamma, è che non importa che le informazioni passino sul gruppo: lei deve stare attenta a prescindere. Per quanto mi riguarda, tendo a responsabilizzarla a prescindere dallo strumento di cui io, poi, faccio uso»

Quindi i gruppi vanno mantenuti?

«Io sono anche una rappresentante di classe e li uso per creare una sorta di “senso di appartenenza e di finanza”. All’interno della classe c’è un bimbo che ha perso il nonno. Mandiamo un abbraccio a quel bambino che quel giorno non è venuto a scuola facendogli sentire la presenza del gruppo classe anche fuori dalla scuola. Certamente si può vivere anche senza perché non è uno strumento indispensabile ma per adattarci ai nostri tempi è necessarissimo da adattare all’uso. Un’evoluzione che si complica quando i ragazzi crescono e diventano loro stessi “proprietari” dei telefonini»

Viene rispettato il galateo dei gruppi WhatsApp, per esempio non scrivere a tarda ora  o troppo presto la mattina piuttosto che attenersi sempre a informazioni ufficiali o non scrivere tomi?

«Questo dipende ancora una volta dall’uso che si fa dello strumento. Se esiste un amministratore capace di mettere dei paletti allora la risposta è “sì”, viceversa tutto resta molto libero con la possibilità di ritrovarsi un messaggio alla 23 ma non si piò stabilire una casistica. C’è gente senza filtri che chiama a qualsiasi ora del giorno e della notte trasportando questo suo essere anche dentro il gruppo WhatsApp. Io cerco di moderare il gruppo e ho creato un broadcast per le comunicazioni ufficiali che arrivano dalla scuola affinché possano raggiungere, singolarmente, ogni genitore invece che andare perse tra i vari “che pagina di matematica?” “la lettura fino a dove?” “mia figlia ha dimenticato il diario a scuola” ed evitare di intasare la chat»