di Fabio Pace

“Il settore del marmo rischia di subire conseguenze disastrose in seguito al blocco delle attività” soprattutto in provincia di Trapani dove il comparto ha sempre avuto “avuto un ruolo trainante per l’economia”. A sostenerlo il presidente della sezione Marmo di Sicindustria Trapani, Giovanni Castiglione, che, nonostante il blocco delle attività a causa della pandemia avanza la proposta di “far ripartire il settore del marmo in Sicilia”. A ragione della richiesta il fatto che già prima dell’intervento del Dpcm del 22 marzo, molte delle aziende aderenti a Sicindustria hanno messo in atto una serie di interventi per la salvaguardia della salute e la sicurezza dei lavoratori. Inoltre per conformare i propri protocolli di sicurezza ai nuovi standard stabiliti dal Governo nazionale, sono stati necessari migliaia di euro di investimenti. Dopo qualche giorno, però, in seguito all’inasprimento delle misure, le aziende sono state costrette a fermare i processi di estrazione e di trasformazione. Circa il 90% del marmo estratto e trasformato in Sicilia viene venduto all’estero. “Questo – spiega Castiglione – ci consente di assicurare migliaia di posti di lavoro in ambito regionale tra lavoratori diretti e dell’indotto. Ma il settore ha urgente bisogno di ripartire”. Castiglione aggiunge che le attestazioni camerali di causa forza maggiore per giustificare le mancate consegne non sono sufficienti a scongiurare l’applicazione di pesanti penali che metteranno in ginocchio anche le aziende più solide economicamente. Ecco perché è stata avanzata la richiesta di far ripartire il comparto che rischia che ciò che si sta perdendo a causa di questa chiusura non potrà essere recuperato e a poco serviranno i rinvii di pagamento di imposte e tasse.