Al momento la consigliera comunale di Trapani Anna Garuccio è l’unica firmataria della mozione consiliare che impegnerebbe (se approvata dal plenum dell’assemblea di Palazzo Cavarretta) l’amministrazione Tranchida a «impartire direttive e indirizzi affinché i competenti uffici del Comune predispongano tutti gli atti necessari» alla indizione di un referendum popolare sulla fusione tra i Comuni di Trapani ed Erice. Un esercizio di democrazia diretta con il quale ogni cittadino trapanese potrebbe finalmente esprimersi su un progetto di fusione rispetto al quale una buona parte dei politici (trapanesi ed ericini) hanno sempre glissato, preferendo non prendere una posizione netta e rimandando all’infinito la soluzione o il definitivo accantonamento di un tema che anima il dibattito da oltre trenta anni, forse anche di più. Nella mozione la consigliera Garuccio suggerisce anche il testo del quesito: «volete che le Città di Trapani ed Erice siano unite in un unico comune che ne ricomprenda la totalità di entrambi territori e che possa denominarsi città di Trapani Erice?». Alla mozione già depositata e protocollata presso gli uffici del comune si aggiungeranno, molto probabilmente le firme dei consiglieri Giuseppe Lipari e Gaspare Gianformaggio. In forse ma possibili le firme di altri consiglieri. Inutile dire che la mozione ha una incisiva valenza politica e l’esercizio del voto sui suoi contenuti investirà certamente i rapporti interni alla maggioranza che sostiene l’esecutivo Tranchida, ma avrà anche il merito di portare nella sede più appropriata un dibattito che fino ad oggi è stato sostenuto in città solo dai comitati cittadini, l’uno a favore della fusione, l’altro contrario alla fusione ma comunque favorevole alla rettifica dei confini. Comunque entrambi determinati a uscire dall’impasse in cui ci ha precipitato l’inazione politica per oltre 30 anni.