«È crisi irreversibile se non si interviene»

L’onorevole Cristina Ciminnisi è intervenuta sulla crisi del comparto vitivinicolo chiedendo al presidente della Regione Schifani di incontrare subito gli operatori del settore».

«Il Presidente Schifani incontri al più presto gli operatori del comparto vitivinicolo siciliano. Lo esorto ad accogliere il grido di allarme che s’è levato nelle scorse settimane e che non ha ancora trovato ascolto». Esordisce così la deputata regionale trapanese Cristina Ciminnisi nel comunicato diramato oggi. La parlamentare del M5S è tra i firmatari della richiesta di incontro con il presidente della Regione sottoscritto il 12 agosto scorso da deputati, sindaci di ogni orientamento politico dei 25 comuni della provincia di Trapani, cantine sociali, organizzazioni sindacali, di categoria, centrali cooperative, ordini professionali e associazioni di viticoltori.

Le ragioni dell’urgenza e le preoccupazioni del comparto sono state sintetizzate nel documento che avanza anche proposte su come affrontare la crisi economica che s’è abbattuta sul mondo vitivinicolo, in particolare quello legato alle cooperative sociali.

«Il settore – ha ricorda Cristina Ciminnisi – è stato messo in ginocchio da circostanze avverse concomitanti: le piogge devastanti, autunnali e primaverili; gli eccessi termici di luglio, la peronospora; gli aumenti di carburanti, concimi, antiparassitari ed energia elettrica. Una congiuntura sfavorevole mai attraversata dal settore».

«Non è più tempo di tergiversare – sono sempre le parole della parlamentare regionale , che si è soffermata sulla necessità di avviare un confronto per poi decidere, a partire dalla piattaforma di proposte cristallizzate sul documento comune. La Ciminnisi ha quindi rimarcato l’urgenza dell’incontro con il presidente Schifani, sottolineando come un pezzo importante dell’economia della Sicilia Occidentale sia sulla soglia di non ritorno. Per la parlamentare del M5S tardare ancora potrebbe significare la chiusura di tante piccole imprese agricole e attività familiari che rischiano di veder vanificato il lavoro di anni e di finire sul lastrico. Una perdita del reddito – ha concluso Cristina Ciminnisi – che potrebbe tradursi in una vera e propria bomba sociale».