A Trapani, un tempo, esisteva il Quartiere ebraico che si trovava tra via Giudecca e via degli Ebrei.
Oggi quasi dimenticato, il Quartiere della Giudecca fu abitato da tantissimi ebrei: quasi 2000 ebrei su un totale di 8000 trapanesi.
Il primo nucleo ebraico si insedia a Trapani intorno al 79 d.C., successivamente alla distruzione del tempio di Gerusalemme ma è tra l’827 e il 1072 che nacque ufficialmente la prima comunità ebraica trapanese.
In città, gli ebrei lavoravano il corallo, tessevano e tingevano la seta, pescavano e trattavano il tonno, lavoravano il ferro o erano dei muratori. Ovviamente, tra di loro c’erano anche avvocati, politici, insegnanti, giornalisti e addirittura il primo diplomatico ad aver ottenuto le credenziali di ambasciatore.
La loro storia a Trapani però non ebbe lunga durata: nel 1492 gli ebrei vennero espulsi e mandati via dalla Sicilia per mano dei sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella di Castiglia.
Ma a lasciare la città furono solo gli ebrei più poveri, perché quelli più ricchi praticarono una falsa conversione alla religione cristiana.
Nonostante siano passati tantissimi anni, la presenza della comunità ebraica è ancora viva in città: rimangono infatti le vie, alcuni cognomi e un edificio, il Palazzo della Giudecca che fu edificato dalla famiglia Sala tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400.
Nel 1485 l’edificio fu sede di una scuola superiore. Dopo la cacciata degli ebrei, nel 1492 il Palazzo diventò possesso della famiglia Ciambra a cui si deve l’architettura che si può notare ancora oggi: il bugnato a punta di diamante, un grande portale e finestre ricche di cornici e colonnine.
Tra le caratteristiche principali, anche una torre laterale che sembrerebbe essere una delle cinque torri raffigurate nello stemma della città.
Secondo alcuni, Palazzo della Giudecca fu anche la sede della loro principale Sinagoga a Trapani ma non esistono prove certe che confermino ciò.
Un’antica Sinagoga, però, è collocabile all’angolo tra Via Giudecca e via degli Ebrei che successivamente fu trasformata in Chiesa del Gesù dove i Padri domenicani si stabilirono per poco più di un decennio.
E proprio lì vi è ancora una piccola lapide in cui è rappresentato il Santissimo Sacramento e che veniva utilizzata per esporre il nome della Chiesa in cui si sarebbe svolta l’adorazione eucaristica prolungata, le cosiddette Quarantore, che ancora oggi desta curiosità ai tanti che, per caso, si ritrovano a passare per quelle vie, adesso abbandonate ma che una volta erano il fulcro di una Trapani non più esistente.